Aprire la partita iva come barman freelance

Aprire la partita iva come barman e fare “banqueting”

Il barman è una professione molto richiesta. Infatti un buon barman è in grado di attirare clientela nel bar grazie alle sue abilità nel preparare cocktail e bevande.

La professione del barman non ha solo sbocchi all interno di bar o ristoranti ma anche in altri numerosi settori:

  • Barman per eventi
  • Catering
  • Barman a domicilio

e molto altro.

Quando il barman diventa una figura professionale prende il nome di “banqueting” o barman freelance.

Vedi anche …

Aprire la partita iva come barman freelance

Quado un barman decide di diventare un professionista del settore, non lavorerà sicuramente per un singolo committente. In questo caso dovrà aprire la partita iva.

Aprire la partita iva è gratuito è si può fare con il modello gratuito messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate (mod. AA9/12).

Il codice ATECO più adatto è il 56.21.00 (banqueting e catering).

L’attività del barman freelance viene quidi assimilata a quella relativa alla somministrazione di alimenti e bevande.

Al fine di svolgere la professione, il barman, deve possedere dei requisiti specifici, che sono i requisiti morali e i requisiti professionali.

I requisiti professionali possono essere:

  • Un valido titolo di studio universitario ove sono presenti degli esami o corsi riconosciuti
  • Titoli di studio in scuole di secondo grado (scuole superiori) nel settore alberghiero
  • Titoli conseguiti tramite corsi ed esami presso la CCIAA
  • Esperienza professionale come barman di almeno due anni anche non consecutivi nei cinque anni precedenti

Una volta che ci si è accertati dei requisiti professionali, bisogna predisporre la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività), presso il comune di domicilio dell’attività.

La SCIA viene presentata allo sportello SUAP (sportello unico delle attività produttive) del Comune, tramite i canali telematici messi a disposizione dalla P.A. (pubblica amministrazione) oppure cartacea inviabile anche tramite PEC.

Contestualmente alla SCIA bisogna inviare un modulo di inizio attività anche all’ASL competente, oppure il modello unificato, insieme alla SCIA, al comune.

Una volta ottenute le ricevute di spedizione della SCIA+ASL, è possibile iscriversi alla CCIAA (Camera di Commercio), nella sezione commercianti. Per iscriversi in CCIAA si necessità obbligatoriamente di una PEC (posta elettronica certificata) e della firma digitale.

In pochi giorni dalla spedizione della pratica arriva la visura camerale, con la quale è possibile iniziare l’attività di barman freelance.

Regime Fiscale

Il barman è un attività che viene svolta sotto forma di ditta individuale. Questo permette di scegliere tra due regimi fiscali:


Regime Forfettario
€ 299 all'anno
Non obbligatorieta della tenuta delle scritture contabili, in quanto i costi non sono deducibili;
Non si ha l’IVA in fattura;
Tasse al 5% (per le start-up) e al 15% sulle restanti;
Nessuna ritenuta d’acconto in fattura;
NO fattura elettronica B2B.
Possibilità di avere dei dipendenti
Nessun limite di spesa per i beni strumentali
Il regime forfettario ha un limite di fatturato annuo di € 65.000
Regime semplificato
€ 600 all'anno
Tenuta delle scritture contabili obbligatoria;
IVA in fattura;
Tasse a partire dal 23%;
Ritenuta d'acconto in fattura;
Fattura elettronica B2B obbligatoria;
 
 
 

  • Regime semplificato: si paga l’IRPEF sugli utili con una percentuale a partire dal 23%.
  • Regime forfettario (consigliato): si paga il 5% di tasse per le start-up e il 15 % per le non start up. La base imponibile è calcolata su una percentuale fissa sui ricavi lordi. Sulla base imponibile verrà calcolata l’imposta sostitutiva del 5% (o del 15%). Non bisogna applicare IVA e ritenuta d’acconto sulle fatture. Vale fino a 65.000 € di fatturato annuo.

Per il barman il coefficiente di redditività è del 40%.

Il barman professionale, essendo un comemrciante è obbligato al versamento dei contributi in misura fissa, che nel regime forfettario sono di € 2.400 all’anno. Nel caso in cui il barman superi il reddito di 15.710 €, sull’eccedenza, va applicato un contributo aggiuntivo del 24% c.a.

I contributi sono le uniche poste passive che vengono dedotte dal reddito forfettario.

Esempio

Poniamo il caso di un barman che decide di aprire la partita iva a gennaio del 2019. Durante l’anno fattura 35.000 €. In primis dobbaimo calcolare il coefficiente di redditività del 40% sui 35.000 €. Una volta ottenuto il risultato dobbaimo togliere dalla base imponibile € 2.400 relativo ai contributi pagati durante l’anno. Su questo risultato calcoliamo il 5% di tasse.

Se il reddito imponibile (al lordo dei contributi previdenziali) supera i 15.710, sulla differenza, dobbiamo calcolare il 24% di contributi.

Relativamente semplice ed economico, sotto il profilo della tassazione.

Anche la gestione è più snella, infatti essendoci meno adempimenti il commercialista costa meno e non si ha l’obbligo dell’emissione della fattura elettronica.

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