Aprire la partita iva come parrucchiere a domicilio

Aprire la partita iva come parrucchiere a domicilio

Il parrucchiere rimane tutt’oggi un’attività molto ricercata sopratutto tra i giovani. I dati ISTAT indicano che il volume d’affari di questa categoria artigianale è aumentato dello 0,5% negli ultimi 3 anni.

Il parrucchiere oltre ad essere un luogo di lavoro, è spesso un punto di ritrovo nel paese o nel quartiere per molte signore, ma anche uomini.

Oltretutto è uno dei lavori con i profitti più alti. Si perchè, a parte gli investimenti iniziali nelle attrezzature, i costi per le materie prime sono relativamente bassi. Il guadagni si basa tutto sulla bravura del parrucchiere stesso.

Il parrucchiere inoltre è un’attività artigianale. Per aprire la partita iva come parrucchiere serve il codice Ateco di riferimento è il 96.02.01.

Cosa fare per diventare parrucchiere?

Per diventare parrucchiere bisogna frequentare una scuola apposita che prepara il futuro artigiano all’attività. Dopo aver frequentato il corso e dato l’esame, si dovrà seguire un tirocinio presso un parrucchiere qualificato.

Una volta superato il tirocinio si è pronti per per buttarsi nel mondo del lavoro.

Aprire la partita iva come parrucchiere senza qualifica

Se non hai ancora finito il corso, oppure vuoi inserirti nel ramo del taglio dei capelli prima di intraprendere la scuola è possibile.

Dovrete avere qualcuno qualificato che venga a lavorare con voi. Sarà comunque possibile aprire la partita iva, annotando la persona terza come direttore tecnico.

Il direttore tecnico può essere:

  • Un socio lavoratore della vostra società
  • Un dipendente con mansioni da responsabile full time
  • Un coadiuvante d’impresa se è un parente

E’ fondamentale che il direttore tecnico sia sempre presente all’interno del negozio, per vigilare sull’operato di tutti.

I risvolti sia civili che penali, in caso di mancanze e malagestio, potrebbero rivalersi anche sulla sua figura.

Diploma di parrucchiere conseguito all’estero

La qualifica di parrucchiere è un titolo internazionale, pertanto, chi fosse stato all’estero, può portare il suo titolo in Italia, tradurlo e convalidarlo.

Per la convalida bisogna predisporre un documento di convalida, da spedire al Mi.S.E. (Ministero dello Sviluppo Economico) il quale ratificherà la convalida.

Parrucchiere – aprire la partita iva

Per diventare parrucchiere professionale bisogna seguire un iter normativo particolare come di seguito descritto:

In primis va individuato un locale dove svolgere l’attività. Il luogo deve avere delle caratteristiche particolari, specie sotto il profilo delle metrature e della presenza di locali idonei come il bagno per i clienti, l’antibagno, il locale adibito come spogliatoio ecc … Tutte le regole riguardanti tali caratteristiche sono in deroga ai comuni e alle regioni.

Una volta individuato il locale e aver redatto il proprio Business Plan è possibile iniziare l’iter delle pratiche burocratiche:

  • Per prima cosa bisogna aprire la partita iva, tramite l’Agenzia delle Entrate. Si deve compilare il modello AA9 se intraprenderete l’attività sotto forma di impresa individuale, il modello AA7 se decideste di aprire una società.
  • Inviare la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) al comune ove sarà domiciliata la vostra ditta. I moduli sono scaricabili dal sito del SUAP del comune. Se parallelamente all’attività di parrucchiere nel negozio decideste di mettere in vendita i prodotti dovrete fare anche la SCIA commerciale per la rivendita di prodotti. In alcune regioni è chiesta anche la segnalazione all’ASL. La SCIA in entrambi i casi può essere portata a vidimare al comune di persona, inviata a mezzo raccomandata o anche via PEC. L’inizio attività sarà quello della data di notifica al comune.
  • Una volta inviata la SCIA si hanno 30 giorni per iscriversi al Registro imprese e notificare l’inizio attività in CCIAA (Camera di Commercio).
  • Nella stessa procedura di iscrizione in camera di commercio, ci si iscrive anche all’INPS, gestione artigiani.
  • E’ necessario inoltre iscriversi all’INAIL come artigiani qualificati.

Una volta svolti questi adempimenti sarà necessario anche:

  • Comunicare l’insegna all’ufficio pubblicitario del Comune
  • Annotare gli orari sulla porta del negozio
  • Avere un manuale delle procedure di pulizia e sanificazione della strumentazione
  • Avere degli estintori con relativo manuale delle manutenzioni
  • Avere un piantina con le vie di fuga anti-incendio
  • Avere degli armadietti come spogliatoio
  • Avere dei contenitori chiusi per gli asciugamani sporchi
  • Avere la sterilizzatrice degli strumenti
  • Avere l’impianto elettrico a norma di legge
  • In casi di vendita dei prodotti, devono essere annotati tutti i prezzi

Aprire la partita iva come parrucchiere a domicilio: è possibile?

Chiaramente, conti alla mano, aprire un negozio partendo da zero non è semplice e sicuramente ha dei costi non indifferenti.

Se siete degli aspiranti parrucchieri ma non avete i fondi per partire, o semplicemente vorreste farvi un piccolo portafoglio clienti prima di aprire il negozio potete optare per l’apertura in casa o lavorare presso il domicilio del consumatore.

La regolamentazione rispetto all’attività nella propria abitazione o presso il domicilio del cliente, spetta al comune di appartenenza ove si intende esercitare.

Ormai quasi tutti i comuni d’Italia, o comunque le Regioni, hanno degli speciali regolamenti proprio per questa tipologia di attività, che fino a qualche anno ha erano considerate semi abusive.

Il primo passo è informasi presso il comune di appartenenza e chiedere all’ufficio del SUAP (sportello unico attività produttive) se è previsto dal regolamento l’attività in casa o presso il domicilio.

Qualora il comune non avesse risposte in merito, va richiesto un parere alla Città Metropolitana di competenza (vecchia Provincia) o all’ufficio Regionale.

La normativa nazionale di riferimento art. 2-c. 3 della L. 174/2005:

L’attività di acconciatore può essere svolta anche presso il domicilio dell’esercente ovvero presso la sede designata dal cliente, nel rispetto dei criteri stabiliti dalle leggi e dai regolamenti regionali. È fatta salva la possibilità di esercitare l’attività di acconciatore nei luoghi di cura o di riabilitazione, di detenzione e nelle caserme o in altri luoghi per i quali siano stipulate convenzioni con pubbliche amministrazioni.

Come citato nella normativa, in alcuni casi è necessario per cause di forza maggiore recarsi presso il domicilio del cliente, come per gli anziani, i disabili o per gli internati nelle Case Circondariali e di Cura psichiatrica.

In altri casi è semplicemente una scelta: per esempio il parrucchiere può decidere di svolgere il proprio lavoro con le spose, le quali chiedono una acconciatura particolare presso la propria abitazione prima della cerimonia.

Parrucchiere a domicilio: regime fiscale

Il parrucchiere può essere gestito in due modi contraddistinti:

  • Contabilità semplificata
  • Regime Forfettario (consigliato)


Regime Forfettario
€ 299 all'anno
Non obbligatorieta della tenuta delle scritture contabili, in quanto i costi non sono deducibili;
Non si ha l’IVA in fattura;
Tasse al 5% (per le start-up) e al 15% sulle restanti;
Nessuna ritenuta d’acconto in fattura;
NO fattura elettronica B2B.
Possibilità di avere dei dipendenti
Nessun limite di spesa per i beni strumentali
Il regime forfettario ha un limite di fatturato annuo di € 65.000
Regime semplificato
€ 600 all'anno
Tenuta delle scritture contabili obbligatoria;
IVA in fattura;
Tasse a partire dal 23%;
Ritenuta d'acconto in fattura;
Fattura elettronica B2B obbligatoria;
 
 
 

La contabilità semplificata presuppone maggiori adempimenti e maggiori tasse, infatti si parte dal 23% a salire.

Il Regime Forfettario è ideale per le piccole neo imprese. Se si ha idea di fatturare meno di 65.000 all’anno, si può rientrare.

Il Regime Forfettario garantisce per le start-up un imposta sostitutiva del 5% per cinque anni; dopodiché diventa del 15%. Inoltre assicura uno sconto del 35% sui contributi INPS.

Aderire al regime forfettario è completamente gratuito e non richiede nessun adempimento particolare.

Le tasse vengono calcolate su un coefficiente di redditività fisso, che le attività di parrucchiere è il 67%.

Inoltre i contributi fissi a carico vengono ridotti da 3.700 € all’anno a 2.800 €. I contributi inoltre sono l’unica “spesa” che concorre a formare la base imponibile al fine del calcolo dell’imposta sostitutiva. Infatti vengono dedotti come ultima voce alla fine dei calcoli.

Tasse sarta: come calcolarle?

Poniamo il caso di una parrucchiera che apre la p.iva nel 2019 e fattura 15.000 € nell’anno, pagando contributi per 2.800 €. In base alla normativa sul regime forfettario la sarta dovrà pagare il 5% di tasse (essendo una start-up 2019) sul 67% del fatturato, decurtato dei 2.800 € di contributi pagati in corso d’anno. Il secondo anno ricava 22.000 €.

  2019 2020
RICAVI   15.000,00 €   22.000,00 €
COEFF. 67%   10.050,00 €   14.740,00 €
CONTRIBUTI
FISSI
    2.800,00 €     2.801,00 €
BASE
IMPONIBILE
    7.250,00 €   11.939,00 €
TASSE 5%         362,50 €         596,95 €
CONTRIBUTI
EXTRA
                 –   €                  –   €

Nel caso la base imponibile ai fini fiscali fosse stata superiore ai 15.710 €, si sarebbero dovuti pagare i contributi extrasoglia del 24% sulla differenza.