Aprire la partita iva come personal trainer

Aprire la partita iva come personal trainer: la figura professionale

Il personal trainer, dall’inglese, “allenatore personale” è una figura sempre più ambita sia dai privati che nei centri sportivi e palestre.

Grazie alla sua esperienza nel campo sportivo aiuta il cliente a trovare il proprio equilibrio sportivo, motivandolo.

Grazie al personal trainer, sarà più semplice perdere la famosa pancetta o mettere su qualche muscolo per la prova costume.

Cosa serve per diventare personal trainer?

Molti sportivi e allenatori sono muniti di un diploma, addirittura una laurea in discipline sportive. Eticamente parlando, niente di più giusto. In ogni caso facendo il personal trainer si toccano argomenti quali la muscolatura, l’ossatura, l’alimentazione adeguata e molto altro.

Tuttavia per diventare personal trainer non serve ne la laurea ne il diploma, è una delle attività non regolamentate inserite nel testo della legge 4/2013.

Tuttavia molte Regioni in Italia, non ritengono la professione un’attività libera pertanto richiedono il diploma.

C’è quindi uno scontro tra fonti del diritto: una legge nazionale contro dei decreti regionali.

Consiglio comunque prima di intraprendere tale professione di informarsi presso il CONI o la Federazione sportiva di riferimento.

Aprire la partita iva personal trainer: cosa fare?

Per diventare personal trainer professionale occorre comunque aprire la partita iva.

Infatti se si intende esercitare la professione in modo abituale e continuativo non è sufficiente adottare la prestazione occasionale. Proprio sul punto dello svolgere l’attività in modo abituale, il fisco avrebbe qualcosa da controbattere, nonostante non si superino i famosi 6.410 € di fatturato.

L’apertura della partita iva è un passaggio molto semplice e gratuito: il personal trainer rientra nelle attività di lavoro autonomo pertanto dovrà usare il modello AA9/12 per le persone fisiche. Il codice attività (ATECO) ideale per il persona trainer è 85.51.00 .

Una volta aperta la partita iva, bisogna preoccuparsi per aprire una posizione all’INPS. Qui si apre un bivio:

  • Se il personal trainer svolge una disciplina che lo obbliga all’iscrizione al CONI dovranno iscriversi alla cassa previdenziale ex EMPALS e versare i contributi in questa cassa.
  • Se il personal trainer non è obbligato all’iscrizione al CONI, può iscriversi alla Gestione Separata INPS una volta superati i 6.410 € di fatturato.

La percentuale INPS è del 25,72% sul reddito imponibile.

Il CONI (Comitato olimpico nazionale italiano) è un’istituzione con lo scopo di regolamentare le discipline sportive olimpioniche.

Andate sul sito del CONI e verificate se la vostra disciplina fa parte di esse.

L’obbligo di invio delle denunce retributive e contributive spetta ai datori di lavoro e/o committenti di lavoratori per sportivi professionisti.

ALIQUOTE SPORTIVE DI RIFERIMENTO

Il versamento dei contributi dovrà essere effettuato, come di consueto, tramite modello di pagamento unificato (modello F24 entro il giorno 16 del mese successivo a quello di riferimento (circolare INPS 10 febbraio 2015, n. 28).

Il personal trainer non deve iscriversi ne in Camera di Commercio ne all’INAIL.

Personal trainer: contabilità e tasse

Il personal trainer è una professione svolta prettamente in modo individuale, per questo la figura giuridica più adatta è la ditta individuale.

La ditta individuale può scegliere tra due regimi fiscali: il regime semplificato oppure il regime forfettario.


Regime Forfettario
€ 299 all'anno
Non obbligatorieta della tenuta delle scritture contabili, in quanto i costi non sono deducibili;
Non si ha l’IVA in fattura;
Tasse al 5% (per le start-up) e al 15% sulle restanti;
Nessuna ritenuta d’acconto in fattura;
NO fattura elettronica B2B.
Possibilità di avere dei dipendenti
Nessun limite di spesa per i beni strumentali
Il regime forfettario ha un limite di fatturato annuo di € 65.000
Regime semplificato
€ 600 all'anno
Tenuta delle scritture contabili obbligatoria;
IVA in fattura;
Tasse a partire dal 23%;
Ritenuta d'acconto in fattura;
Fattura elettronica B2B obbligatoria;
 
 
 

Il regime forfettario è un regime ultra semplificato, dove non si tiene conto dei costi e dell’utile, ma i dati ci vengono direttamente imposti dal fisco.

Con il regime forfettario si ha la possibilità per le start-up di pagare il 5% di tasse su un coefficiente reddituale preimposto del 78% sui ricavi.

Facciamo un esempio:

Un allenatore di tennis che apre la partita iva per la prima volta nel 2019, realizza un fatturato di 15.000 € pagherà sul 78% di 15.000 € il 5% di tasse

15.000 x 78% = 11.700 €

11.700 x 5% = 585 €

Per i contributi INPS vale la stessa regola. Il 25,72% viene sempre calcolato sul 78% del fatturato. Pertanto:

11.700 x 25,72% = 3.009,24 €

I contributi previdenziali verranno dedotti dalla base imponibile nell’anno successivo.

PROIEZIONE 2019-2020

2019 2020
RICAVI  €   15.000,00  €   19.000,00
BASE IMPONIBILE 78%  €   11.700,00  €   14.820,00
CONTRIBUTI PAGATI  €     3.009,24
BASE
IMPONIBILE FINALE
 €   11.700,00  €   11.810,76
TASSE 5%  €         585,00  €         590,54
CONTRIBUTI   €     3.009,24  €     3.811,70

Fatturazione personal trainer

Il personal trainer sia che si trovi nel regime forfettario, sia nel regime semplificato, a seconda del cliente che si trova davanti dovrà:

  • Emettere ricevuta fiscale per i clienti privati (B2C);
  • Emettere fattura ai clienti con partita iva (ad esempio ASD o SSD).

Ovviamente, come abbiamo visto prima a seconda del regime fiscale si dovra applicare l’IVA o meno o l’emissione della fattura in formato elettronico.

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