Aprire la partita iva come sarta

Aprire la partita iva come sarta: definizioni

La sartoria, come molti mestieri artigianali, non muore mai. Ancora oggi, in qualsiasi paese possiamo trovare un sarto o una sarta che possa farci l’orlo ai pantaloni, o che ci aggiusti una giacca.

La sarta è un lavoro molto versatile in quanto non richiede grossi investimenti. Infatti possono servire le seguenti attrezzature:

  • Macchina da cucire da banco
  • Macchina da cucire portatile
  • Uno o due manichini per calzare i vestiti
  • Un camerino per far provare gli abiti con uno specchio
  • Un banco da lavoro
  • Un piccolo magazzino per le stoffe (materie prime)

Richiedendo così poco a livello di beni strumentali si può optare anche per lavorare da casa.

Se si vuole aver maggiore visibilità chiaramente meglio avere un punto vendita.

Oggi è possibile trovare anche servizi di sartoria on-line. Sono molto efficienti e vantano di una vetrina molto imponente: il popolo social.

Aprire la partita iva come sarta: cosa fare?

Puoi aprire la partita iva come sarta gratuitamente all’agenzia delle entrate territorialmente competente. Il modello da utilizzare è il mod. AA9/12.

Il codice tributo che calza perfettamente con quest’attività è: 14.13.20 (
Sartoria e confezione su misura di abbigliamento esterno )

Una volta aperta la partita iva bisogna fare i seguenti adempimenti:

  • Iscrizione alla Camera di Commercio
  • PEC (posta elettronica certificata)
  • Iscrizione all’INPS gestione artigiani
  • Iscrizione all’INAIL

L’INAIL è obbligatorio perchè c’è un minimo di rischio, vista la tipologia di attività artigiana.

Se si decidesse di vendere i propri capi nel proprio negozio o su internet bisogna fare la SCIA ovvero la segnalazione certificata di inizio attività.

Andrà poi annotato il codice ATECO aggiuntivo sia in Agenzia delle Entrate che in Camera di commercio: 47.71.10 (vendita confezioni)

Aprire partita iva come sarta: regime forfettario o semplificato?

La gestione fiscale di una singola sarta può avvenire in due modi:

  • Contabilità semplificata
  • Regime Forfettario (consigliato)


Regime Forfettario
€ 299 all'anno
Non obbligatorieta della tenuta delle scritture contabili, in quanto i costi non sono deducibili;
Non si ha l’IVA in fattura;
Tasse al 5% (per le start-up) e al 15% sulle restanti;
Nessuna ritenuta d’acconto in fattura;
NO fattura elettronica B2B.
Possibilità di avere dei dipendenti
Nessun limite di spesa per i beni strumentali
Il regime forfettario ha un limite di fatturato annuo di € 65.000
Regime semplificato
€ 600 all'anno
Tenuta delle scritture contabili obbligatoria;
IVA in fattura;
Tasse a partire dal 23%;
Ritenuta d'acconto in fattura;
Fattura elettronica B2B obbligatoria;
 
 
 

La contabilità semplificata presuppone maggiori adempimenti e maggiori tasse, infatti si parte dal 23% a salire.

Il Regime Forfettario è ideale per le piccole neo imprese. Se si ha idea di fatturare meno di 65.000 all’anno, si può rientrare.

Il Regime Forfettario garantisce per le start-up un imposta sostitutiva del 5% per tre anni; dopodiché diventa del 15%. Inoltre assicura uno sconto del 35% sui contributi INPS.

Aderire al regime forfettario è completamente gratuito e non richiede nessun adempimento particolare.

Le tasse vengono calcolate su un coefficiente di redditività fisso, che le attività di sartoria è il 67%.

Inoltre i contributi fissi a carico vengono ridotti da 3.700 € all’anno a 2.800 €. I contributi inoltre sono l’unica “spesa” che concorre a formare la base imponibile al fine del calcolo dell’imposta sostitutiva. Infatti vengono dedotti come ultima voce alla fine dei calcoli.

Tasse sarta: come calcolarle?

Poniamo il caso di una sarta che apre la p.iva nel 2019 e fattura 15.000 € nell’anno, pagando contributi per 2.800 €. In base alla normativa sul regime forfettario la sarta dovrà pagare il 5% di tasse (essendo una start-up 2019) sul 67% del fatturato, decurtato dei 2.800 € di contributi pagati in corso d’anno.

15.000 x 67%= 10.050 €

10.050-2.800 = 7.250 €

7.250 x 5% = 362,50 €

Se al calcolo dell’imponibile, avesse superato la soglia dei 15.710 € avrebbe dovuto pagare l’INPS eccedente il minimale ovvero il 24% (21% se under 21 anni) sulla differenza.

Per esempio su un fatturato di 32.000 €

32.000×67%=21.440 €

21.440-15.710= 5.730 €

5.730 x 24% = 1.375,20 €

Per quanto riguarda l’INAIL una sarta in media paga sui 200 e all’anno, il rischio infortuni è molto lieve.


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