Aprire partita iva calzolaio

Aprire partita iva calzolaio

Nonostante i tempi che corrono il lavoro del calzolaio rimane uno dei capisaldo dell’artigianato.

Il calzolaio è un mestiere molto antico e risale già al tempo degli Egizi, per quanto ne sappiamo.

Per diventare calzolaio professionale, non è richiesto nessun requisito particolare, solo il possesso dei requisiti morali, essendo una professione artigiana. Ovviamente prima di mettersi in proprio, come per tutte le arti, è bene aver fatto parecchia pratica da un maestro del settore.

Esistono dei corsi specializzati che insegnano questo antico mestiere. Alcuni corsi sono addirittura gratuiti, promossi da vari enti regionali.

Essendo un mestiere artigiano, chi vuole mettersi in proprio, una volta soddisfatti i requisiti morali dovrà:

  • Aprire la partita iva;
  • Iscrivere la PEC (posta elettonica certificata);
  • Fare la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività);
  • Iscriversi alla Camera di Commercio sezione Albo Artigiani;
  • Iscriversi all’INPS Gestione Artigiani e Commerciani;
  • Iscriversi all’INAIL.

Calzolaio e prestazione occasionale: no grazie

Come abbiamo visto il calzolaio è un mestiere, seppur il quale non richiede nessuna specifica competenza, impone uno studio e una pratica notevole.

Altrettanto la crescita: per diventare un calzolaio professionale innanzitutto bisognerà avere un punto vendita, o una bottega, e da li attirare clienti.

Tutti questi passaggi presuppongono un certo impegno e abitualità, tutte caratteristiche incompatibili con la prestazione occasionale.

La prestazione occasionale può andare bene per un calzolaio, il quale sta ancora imparando, che ad esempio da una mano a riparare alcune scarpe ad un amico, una volta, in modo saltuario.

Nel momento che l’attività diventa abituale, caratterizzata da un punto vendita, una determinata clientela, indipendentemente dal fatturato, è obbligatorio aprire la partita iva e seguire tutti gli adempimenti visti poco fa.

Aprire partita iva calzolaio: come fare?

Per prima cosa al fine di essere in regola è necessario aprire la partita iva. E’ possibile grazie al modello AA9/12, il quale va compilato in ogni suo campo e inviato all’Agenzia delle Entrate.

Nel modello va inserito il codice attività, o codice ATECO, che per il calzolaio è il 95.23.00 (riparazione calzature ed articoli in pelle). Ovviamente è possibile riparare anche articoli sintetici.

Una volta compilato e firmato il modello può essere portato direttamente in Agenzia delle Entrate, con un proprio documento, oppure essere inviato telematicamente attraverso un intermediario abilitato (commercialista o tributarista).

Calzolaio: iscrizione della PEC

Una volta avuto il numero di partita iva il secondo passaggio è l’iscrizione della PEC (posta elettronica certificata)

La PEC è iscrivibile mediante un qualsiasi servizio di Hosting proposto sul mercato. Tendenzialmente i più utilizzati sono Aruba, Register ed Infocert, i quali rilasciano anche una App (IOS e Android), con la quale è possibile consultare la mail PEC dal proprio dispositivo smartphone o tablet.

La PEC è molto importante, oltre che obbligatoria per tutte le imprese già dal 2013, in quanto tutte le comunicazioni importanti di carattere amministrativo e legale, vengono notificate su questa casella, la quale sarà dichiarata sulla propria visura camerale.

Calzolaio: la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività)

In alcuni Cmuni, per chi apre un punto vendita su strada, è richiesta la SCIA.

La SCIA è un modello, che può essere cartaceo o digitale, il quale va compilato, firmato ed inviato allo sportello, prima di iniziare la propria attività. Il Comune rilascia poi una ricevuta la quale è valida come attestazione per iniziare l’attività d’impresa.

Una volta spedito, il SUAP (sportello unico delle attività produttive), rilascia una ricevuta, la quale servirà come attestazione per iniziare l’attività di calzolaio.

E’ bene informarsi con gli uffici comunali, prima di produrre o spedire qualsiasi pratica.

Calzolaio: iscrizione in Camera di Commercio (CCIAA)

Ottenuta la PEC e la ricevuta del SUAP, si hanno 30 giorni dall’effettvo inizio, per comuncare l’iscrizione di inizio attività alla Camera di Commercio.

E’ possibile farla anche dopo i 30 giorni, ma ci sono delle sanzioni (53 € circa).

La pratica in CCIAA è possibile effettuarla esclusivamente online. Sconsiglio a priori di farla in autonomia, in quanto è piuttosto complessa, raccomando di intercedere con l’Ufficio attraverso un intermediario abilitato (commercialista o tributarista).

Nella pratica alla CCIAA, si dovranno allegare i propri documenti d’identità e nel caso di cittadini extracomunitari, il permesso di soggiorno, la SCIA completa e le relative ricevute, il modello di autocertificazione dei requisiti morali e la procura al professionista.

Una volta terminata, la procedura restituirà delle ricevute di protocollazione ed entro pochi giorni la visura camerale attiva.

Calzolaio: iscrizione all’INPS

Nella stessa pratica di iscrizione CCIAA, deve essere effettuata quella di iscrizione alla sezione Artigiani e Commercianti dell INPS.

Il calzolaio deve pagare i contributi fissi per un ammontare di 3.777 € all’anno (indipendentemente dal fatturato o dagli utili), i quali possono essere ridorri di 1/3 in caso di adesione al regime forfettario.

In caso il titolare sia già pensionato ha diritto ad una riduzione del 50%.

Oltre alla quota fissa, sugli utili (redditi) superiori ai 15.710 €, va pagata una quota eccedente del 24% sulla differenza del reddito e il limite preimpsoto (15.710 €, ndr).

Calzolaio: iscrizione all’INAIL

Essendo una professione artigiana, il calzolaio, è obbligato all’iscrizione all’INAIL.

L’iscrizione all’INAIL, comporta il pagamento di un contributo annuale, il quale può essere devoluto in un’ unica soluzione a Maggio, o in 4 rate.

L’importo da pagare dipende dalla classe di rischio. Per il calzolaio la classe di rischio è relativamente bassa, di conseguenza paherà poco.

Calzolaio: tasse e contabilità

Il calzolaio è una professione che viene svolta principalmente in forma individuale. Il trattamento giuridico e fiscale è quindi quello della ditta individuale.

La ditta individuale può scegliere tra due forme di gestione contabile e fiscale: il regime semplificato e il regime forfettario.


Regime Forfettario
€ 299 all'anno
Non obbligatorieta della tenuta delle scritture contabili, in quanto i costi non sono deducibili;
Non si ha l’IVA in fattura;
Tasse al 5% (per le start-up) e al 15% sulle restanti;
Nessuna ritenuta d’acconto in fattura;
NO fattura elettronica B2B.
Possibilità di avere dei dipendenti
Nessun limite di spesa per i beni strumentali
Il regime forfettario ha un limite di fatturato annuo di € 65.000
Regime semplificato
€ 600 all'anno
Tenuta delle scritture contabili obbligatoria;
IVA in fattura;
Tasse a partire dal 23%;
Ritenuta d'acconto in fattura;
Fattura elettronica B2B obbligatoria;
 
 
 

Calzolaio: conviene il regime forfettario?

Come abbiamo visto il regime forfettario da la possibilità di pagare il 5% di tasse, contro il 23% a salire del regime semplificato.

Tuttavia nel regime forfettario non si possono portare in deduzione i costi dell’attività, come ad esempio il carburante degli attrezzi, i costi per le materie prime, l’acquisto di un pc o un tablet ecc ecc. Cosa invece possibile nel regime semplificato.

La convenienza è quindi determinata dalla percentuale dei costi che può avere un cuoco rispetto ai propri ricavi.

Calzolaio: coefficiente di redditività

Nel regime forfettario, le tasse e i contributi, vengono calcolati su una percentuale di reddito predeterminata dal fisco detto coefficiente di redditività.

Nel caso del calzolaio detto coefficiente è del 67%. Vuol dire che il fisco determina un percentuale di costi fissa del 33%.

Oltre a questi elementi puramente matematici teniamo in considerazione che nel regime forfettario non si hanno IVA e ritenute, minori adempimenti e il commercialista costa meno.

Inoltre il calzolaio, dato che si trova nel regime INPS artigiani e commercianti ha diritto ad una riduzione forfettaria del 35% sia sui contributi fissi (da 3700 a 2400) sia sui variabili (24%).

Regime forfettario 299 euro all'anno

Calcolo tasse del calzolaio

Vediamo un caso pratico per capire il funzionamento del calcolo delle tasse per il calzolaio nel regime forfettario:

Un calzolaio decide di aprire la partita iva nel regime forfettario a inizio 2019. A fine anno realizza un fatturato di 18.000 €.

  1. Calcolo della base imponibile 67% su 18.000 (12.060 €)
  2. Dedurre dall’imponibile i contributi pagati da gennaio a dicembre (3 rate da 640 €) 1.920 -> (12.060-1.920)= 10.140 €
  3. Calcolo delle tasse del 5% su 10.140 € (507 €)

L’eccedenza dei contributi non si paga in quanto la base imponibile determianta dal coefficiente di redditività non supera i 15.710 €.

Le tasse e i contributi variabili vanno versati nell’estate dell’anno venturo (2020) fino a 6 rate, mediante il modello F24.

I contributi fissi si versano sempre mediante F24, ma in quattro rate annuali il giorno 16 dei mesi maggio, agosto, novembre e febbraio (dell’anno successivo).

I contributi pagati durante il 2020 verranno portati in deduzione l’anno successivo.

PROIEZIONE TASSE- CONTRIBUTI ANNI 2019-2020

2019 2020
RICAVI   18.000,00 €   25.000,00 €
BASE IMPONIBILE 67%   12.060,00 €   19.500,00 €
CONTRIBUTI PAGATI     1.920,00 €     2.400,00 €
BASE IMPONIBILE FIN.   10.140,00 €   17.100,00 €
TASSE 5%         507,00 €         855,00 €
CONTRIBUTI                  –   €         673,78 €

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