Bonus consumi 2020

Bonus consumi 2020

Bonus 2020 abbigliamento e beni di consumo: si recuperano fino a 4000 euro in 5 anni

Il post lockdown sta diventando per molti un freno al ritorno alla normalità, la paura a causa dell’incertezza economica dovuta alla cassa integrazione (nella migliore delle ipotesi), al ridimensionamento degli stipendi ed alla serrata di numerose attività commerciali muove inevitabilmente gli equilibri sul piano economico delle famiglie, la conseguenza è che i primi a risentirne sono i commercianti al dettaglio.

COMMERCIO
AL DETTAGLIO IN PERDITA

Si
stima infatti che prima della riapertura del 4 maggio, quindi nel primo trimestre
2020, ci sia stato un calo mensile dei fatturati dei commercianti al dettaglio
del 4%, arrivando quindi a toccare la soglia di inflessione del 12% circa alla
fine di marzo (sono da escludere in questa statistica il commercio al dettaglio
di alimentari e beni per la casa che sono rimasti pressoché stabili). La
perdita, ad oggi, è invece stimata al 25%.

Tra i settori più in crisi senza dubbio quello dell’abbigliamento, in cui persino colossi come H&M,Pull&Bear, Bershkae Zara hanno dovuto ridimensionare il proprio organico ed in alcuni casi, come per la famosa casa di moda prêt-à-porter spagnola, si sono visti costretti a chiudere più di 1200 punti vendita.

LA
PROPOSTA

L’Anpit,
Associazione Nazionale per Industria e Terziario, ha proposto l’introduzione di
un nuovo bonus consumi pensato apposta per favorire il rilancio del commercio
al dettaglio andando incontro alle famiglie che potrebbero permettersi di
spendere qualche risparmio in più anche in settori non di primaria importanza
come quello degli alimentari e quello farmaceutico.

Come
si invogliano le famiglie a ricominciare a spendere? Di per sé la formula
ideata per il bonus dovrebbe essere la risposta, si è infatti pensato, come nel
caso dell’ecobonus, di introdurre una detrazione fiscale sui prodotti di
consumo, spingendo così gli italiani a tornare a spendere e a far girare
l’economia con la promessa di recuperare qualcosa a fine anno in sede di
dichiarazione dei redditi.

La
detrazione proposta si applicherebbe alle spese sostenute tra l’1 giugno 2020 e
il 31 dicembre 2020 e comprovabili con ricevuta, ammonterebbe all’80% dei costi
sostenuti per i beni di consumi dei settori che in questo momento sono più in
difficoltà (indicativamente quindi potrebbero essere esclusi solo l’alimentare
e il farmaceutico ma si aspettano maggiori delucidazioni) e si applicherebbe ad
un tetto massimo di spesa di 5.000 €, si potrebbe perciò arrivare a recuperare
fino a 4.000 € in 5 anni.

L’impegno
economico da parte dello Stato per sostenere questa detrazione sarebbe
veramente importante ma in parte verrebbe comunque compensato dalle entrate
collaterali, prime fra tutte l’IVA che rimarrebbe invariata, almeno per il
momento.

Se
sia questa la risposta che il settore del commercio effettivamente si aspetti è
difficile a dirsi, idealmente però potrebbe essere un aiuto immediato per le
casse di molti negozianti, a scapito forse di qualche punto percentuale di PIL
a fine anno?