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Contributo a fondo perduto per le nuove P.IVA a partire da 1000 euro

Contributo a fondo perduto per le nuove P.IVA a partire da 1000 euro

Contributo a fondo perduto per le nuove P.IVA a partire da 1000 euro
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Contributo a fondo perduto per le nuove P.IVA costituite e correttamente attivate tra il 1° maggio 2020 ed il 24 ottobre 2020, si va da 1000 euro per le persone fisiche a 2000 euro per i soggetti diversi, moltiplicati per i coefficienti dal 100% al 400% in base al codice ATECO.

Tra le novità del decreto Ristori l’allargamento della platea di contribuenti interessati ai contributi a fondo perduto della filiera della ristorazione, dello sport, del turismo e dello spettacolo.

Con gli ultimi decreti l’Italia è ritornata ad applicare provvedimenti piuttosto restrittivi per il controllo dei contagi da Covid-19, che nelle ultime settimane sono cresciuti esponenzialmente, tant’è che numerose attività si sono nuovamente ritrovate con le serrande abbassate, o nella migliore delle ipotesi con l’orario ridotto, tra le mille polemiche del caso, sicuramente a ragion veduta.

Contributo a fondo perduto per le nuove P.IVA: a chi spetta

Il Governo visto le nuove strette ha deciso di sostenere economicamente le P.IVA dei settori economici interessati dalle disposizioni introdotte col DPCM del 24 ottobre 2020, dice infatti l’art. 1 comma 1 ” e’ riconosciuto un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti che, alla data del 25 ottobre 2020, hanno la partita IVA attiva e […] dichiarano di svolgere come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO riportati nell’Allegato 1 al presente decreto.”

I codici ATECO cui l’articolo fa riferimento sono quelli della filiera dei trasporti, della ristorazione, del turismo, dello spettacolo e dello sport, insomma tutte quelle attività che hanno risentito del nuovo DPCM e che potete ritrovare dettagliati in un nostro articolo precedente.

La novità principale quindi è che se nel decreto Rilancio non era previsto alcun aiuto per le imprese che avevano aperto dal 1° maggio 2020 in poi, ossia dalla data di entrata in vigore del dl, col decreto Ristori invece è stata rimessa in discussione tale data, col passare dei mesi ed il protrarsi dell’epidemia era inevitabile, ed è stato possibile ricomprendere negli contributi a fondo perduto anche P.IVA che nonostante il periodo di difficoltà hanno deciso di aprire.

Continua poi l’art. 1 comma 1 specificando che: “Il contributo non spetta ai soggetti che hanno attivato la partita IVA a partire dal 25 ottobre 2020”, fissando quindi come ultima data effettivamente utile di attivazione delle P.IVA il 24 ottobre, quelle aperte o attivate il 25 per cui non rientreranno più nel beneficio.

Quali sono le cifre del nuovo fondo perduto?

Non essendo possibile per le P.IVA appena aperte raffrontare i dati relativi ai bilanci d’esercizio dell’anno corrente e di quello appena passato, come succede invece per tutte le altre attività, il requisito del calo del fatturato rispetto all’anno precedente per poter accedere all’indennizzo viene meno, risultando impossibile quantificare in alcun modo l’eventuale danno economico subito dalla società.

Resta fermo il requisito del codice ATECO principale dell’impresa che deve rientrare tra quelli indicati nell’Allegato dell’ultimo DPCM, il cui coefficiente di bonus relativo, dal 100% al 400%, viene moltiplicato per un contributo base assegnato alle nuove P.IVA, quantificato in 1000 € per le persone fisich e 2000 € per i soggetti diversi.

Un nuovo ristorante costituito come srl per esempio, il cui codice ATECO 561011 rientra nell’allegato col 200% di coefficiente, percepirà 2000 euro x 200% = 4000 euro di contributo a fondo perduto.

La domanda

Per le imprese che avevano già fatto richiesta precedentemente del contributo a fondo perduto del decreto Rilancio non ci sarà bisogno di inoltrare alcun’altra domanda, la liquidità verrà erogata in automatico sul conto corrente dell’impresa precedentemente comunicato.

Le partite IVA nuove, costituite perciò dal 1° maggio 2020, dovranno inoltrare la domanda all’Agenzia delle Entrate via web, nell’apposita sezione dedicata ed indicare il conto corrente sul quale l’ente dovrà provvedere a depositare l’indennizzo.

Ricordiamo ai nostri lettori che le nuove disposizioni in materia di controllo dei contagi hanno costretto anche gli uffici dell’Agenzia delle Entrate ad espletare la quasi totalità delle pratiche online, ci si può recare agli sportelli solo in casi di estrema necessità e su appuntamento preventivamente fissato da un funzionario.

Erika@

Contabile e blogger

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