Infrazioni del codice della strada, la notifica avviene tramite PEC

Infrazioni del codice della strada, la notifica avviene tramite PEC

La Pubblica Amministrazione, è fatto noto, è alla costante ricerca di nuovi metodi per agevolare la comunicazione coi cittadini e, negli ultimi anni, per tentare di digitalizzare sempre più gli archivi di Stato in modo che sia possibile risalire con più immediatezza ed efficacia ad eventuali atti, verbali o semplici scambi di corrispondenza qualora se ne presenti la necessità.

Sicuramente numerosi procedimenti, pratiche o semplici comunicazioni negli ultimi anni si sono spostate interamente sul digitale e molte di esse, soprattutto quando si tratta di atti pubblici o amministrativi, passano attraverso il servizio di pec. Per effetto di questa piccola rivoluzione dalla Pubblica Amministrazione  per esempio la pec è diventata obbligatoria anche per i professionisti dal 1° ottobre 2020 e non solo più per le aziende. E’ altresì vero che già per le imprese le notifiche per violazione del C.D.S. avvengono sempre più spesso via PEC al posto che la tradizionale “busta” bianca o verde.

E se tra le comunicazioni che debbano avvenire via pec ci fosse anche la notifica di un verbale per un’infrazione al Codice della Strada?

Sicuramente la sostituzione a pieno titolo, a livello legale, da parte della pec di una raccomandata A/R semplificherebbe molto l’iter di notifica, infatti una volta che la pec è inviata viene recapitata al mittente in automatico la “ricevuta di ritorno” del caso, a quel punto la pec si considera ufficialmente recapitata ed i termini ad esempio per le scadenze del caso partono da quel momento, cosa che succederebbe anche nel caso di un Verbale della Polizia Stradale.

Niente più verbali non recapitati, niente più procrastinamenti e tentate consegne andate a buca ma atti notificati con sicurezza e celerità: è questa la direzione che vuole intraprendere lo Cnel e che avrebbe proposto quindi una modifica all’art. 80 del Codice della Strada, ovvero quello che disciplina la revisione dei veicoli.

Dal testo modificato dell’art. in questione si evince l’obbligatorietà, all’atto dell’immatricolazione o durante la revisione, di comunicare l’indirizzo pec dell’intestatario del veicolo ai fini delle notificazioni previste dall’art. 201 del Codice della Strada.

C’è da chiedersi sinceramente fino a che punto sia legittimo obbligare il cittadino privato a munirsi di un servizio a pagamento (dai 5 ai 10 € circa l’anno a seconda del provider di posta selezionato) legato principalmente alla realtà commerciale solo per agevolare le comunicazioni da parte della PA, che già se ne avvarrà per riscuotere dei pagamenti, e che sicuramente in questi anni non ha brillato per organizzazione e tempistiche per mancanze interne di certo non legate al singolo cittadino; certo i “furbetti” che al domicilio non si fanno mai trovare per evitare che i verbali gli vengano notificati rimarrebbero fregati, sempre che acquistino la pec, a scapito però di tutti gli altri.

Viene infine da domandarsi se quest’improvvisa digitalizzazione anche in questo settore possa essere gestita in maniera corretta dalle persone più anziane o da quelle informaticamente non alfabetizzate e che sicuramente non sono avvezze ad avere una pec configurata sul proprio smartphone o tablet e ad aprirla giornalmente per evitare spiacevoli sorprese.

Al momento la possibilità che il testo dell’articolo venga avallato non è una certezza, appunto, ma rispetto ad anni fa’ quando se ne discusse la prima volta in Parlamento la buona predisposizione da parte delle Camere sembra essere maggiore. Presto potremmo avere notizie dal Ministero dei Trasporti.