Scontrino elettronico 2020: come funziona

Scontrino elettronico 2020: come funziona

Dal 1° gennaio 2020 è scattato l’obbligo per tutti gli esercenti in attività commerciali, artigianali e professionali per l’emissione dello scontrino elettronico, in sostituzione al vecchio corrispettivo cartaceo e alla ricevuta fiscale.

L’iter di traslazione dal cartaceo all’elettronico è già iniziato un anno fa, quando il 1° gennaio 2019 è diventata obbligatoria l’emissione della fattura elettronica, al posto della fattura cartacea per artigiani, commercianti e professionisti, esclusi coloro che si trovano nel regime forfettario.

Scontrino elettronico: l’iter normativo

Dal 1° di luglio 2019 è diventato invece obbligatorio lo scontrino elettronico per tutti gli esercenti che hanno superato nel 2018 i 400.000 € di fatturato lordo.

Scatta ora dal 1° gennaio 2020 l’obbligo per l’emissione dello scontrino elettronico, mediante appositi apparecchi (registratori di cassa) telematici, i quali sono “tarati” per inviare i corrispettivi all’ADE entro le date prestabilite. Non sarà dunque più necessario il famoso “libro dei corrispettivi” dove venivano annotati giornalmente gli incassi nel giornale di fondo.

Rimangono tuttavia in vigore alcuni dispositivi cartacei, i quali servono sia al cliente come garanzia di acquisto ma anche per eventuali controlli ex art. 22 dpr 633/72 da parte della GdF al di fuori degli esercizi.

Vedi per altro l’articolo che spiega nel dettaglio questo passaggio:

Scontrino elettronico: motivazioni della digitalizzazione

La linea di digitalizzazione è partita ormai da qualche anno è serve sopratutto (anzi solo) al Fisco e all’Amministrazione Finanziaria per avere i dati dei contribuenti in modo sempre più rapido e capillare.

Se si pensa che i dati delle fatture venivano ricevute già prima grazie ai vecchi adempimenti come la “lista 3000” e lo Spesometro, una volta all’anno o ultimamente ogni 6 mesi, ora grazie alla e-fattura e al corrispettivo elettronico, i dati sono a disposizione dell’ADE quasi in tempo reale.

Sicuramente dal canto suo, la digitalizzazione serve anche per il contribuente, il quale avrà a disposizione sul suo portale “Fatture e Corrispettivi” tutti i suoi dati fiscali in tempo reale. Per chi lo sa usare è un grande aiuto, sopratutto a livello gestionale.

Anche le banche e finanziarie non si sono fatte attende: approfittando dell’indotto creato dalla fatturazione elettronica, nella documentazione richiesta al fine del rilascio di linee di credito, oltre alle richieste dei dichiarativi e dei bilanci, spesso ora vengono chieste anche le fatture elettroniche e i flussi di meta-dati generati. Così facendo l’approvazione è molto più veloce evitando alla banca eventuali frodi.

Registratori di cassa telematici: una bella spesa!

Certo il passaggio non è indolore! I dati ISTAT confermano quanto ipotizzato dai vari ordini professionali e associazioni di categoria mesi fa, ossia: è in media prevista una spesa tra gli 800 e 1000 € per la sostituzione, la trasformazione o il noleggio dei nuovi registratori telematici. Una bella spesa per un commerciante al minuto.

Tuttavia, per l’acquisto del registratore telematico o per l’adattamento del vecchio registratore di cassa è concesso un contributo sotto forma di credito d’imposta pari al 50% della spesa sostenuta per un massimo di 250 euro in caso di acquisto e di 50 euro in caso di adattamento, il quale sarà portato in detrazione direttamente nel modello Unico.

Registratore telematico: adeguamento e sanzioni

Come già sottolineato, dal 1° gennaio 2020 è obbligatorio per tutti gli esercenti, tranne pochi esclusi, regimi forfettari compresi, trasmettere i corrispettivi a fine giornata, ovvero alla chiusura di cassa giornaliera. Bisognerà essere muniti di una connessione internet funzionante al momento dell’invio

In difetto darà possibile trasmettere i corrispettivi all’ADE entro 12 giorni dall’annotazione. I registratori di cassa saranno muniti di un misuratore telematico che quando attivato invierà direttamente i corrispettivi.

La mancata memorizzazione e trasmissione dei corrispettivi, o quando gli stessi vengono memorizzati o trasmessi con dati incompleti o non veritieri, comporta l’applicazione delle sanzioni previste dal decreto legislativo n. 471/1997 (articolo 6, comma 3, e articolo 12, comma 2).
In particolare, la sanzione è pari al 100% dell’imposta relativa all’importo non correttamente documentato con un minimo di 500 euro.

È prevista, inoltre, la sanzione accessoria della sospensione della licenza o dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività, ovvero dell’esercizio dell’attività stessa, nei casi più gravi di recidiva (quando nel corso di un quinquennio vengono contestate quattro distinte violazioni, compiute in giorni diversi).

Scontrino elettronico: sanzioni sospese fino al 30 giugno

Tuttavia le sanzioni sono sospese, secondo un ultimissimo intervento, fino al 30.06.2020. Questo periodo “transitorio” servirà per fare adeguare i vari esercenti non ancora in linea con la normativa vigente.

Scontrino elettronico: gli esonerati

Sono esonerate dall’obbligo di memorizzazione elettronica le operazioni individuate dal Dm 10 maggio 2019.

Tra queste, tutte le operazioni per le quali anche in precedenza l’esercente non era obbligato ad emettere scontrino o ricevuta (per esempio le corse dei taxi, le vendite di giornali, ecc.), le prestazioni di trasporto pubblico collettivo di persone e di veicoli e bagagli al seguito, le operazioni effettuate a bordo di una nave, di un aereo o di un treno nel corso di un trasporto internazionale.

Scontrino elettronico: alcuni suggerimenti sulla gestione

Come già visto in precedenza il corrispettivo va emesso dai commercianti al minuto o comunque da chi effettua operazioni verso i privati. In caso di prestazione verso soggetti commerciali o P.A., sotto richiesta viene emessa la fattura.

Non tutte le categorie di esercenti sono uguali. Di seguito proveremo ad analizzare per ogni categoria l’iter e la procedura meno dispendiosa e semplice.

Bar, ristoranti, tavole calde, pizzerie da asporto, paninari e kebab ecc…

Se siete in questa categoria commerciale il suggerimento è di adeguarsi appena possibile con i nuovo registratore di cassa telematico, in quanto le prestazioni giornaliere sono molte.

Negozianti al minuto

Per tutti i negozianti al minuto come minimarket, fruttivendoli, alimentari, negozi di oggettistica, negozi di vestiti ecc … vale la stessa regola per la categoria precedente. Per ogni prestazione andrebbe emesso un documento elettronico differente. Diventa insostenibile.

Artigiani e aggiusta cose

Se le prestazioni rese ai privati non richiedono la fattura, l’artigiano in precedenza poteva emettere ricevuta fiscale. Oggi con il corrispettivo elettronico non si può più. Può essere tuttavia emesso il “Documento Commerciale Online” ossia una sorta di ricevuta fatta direttamente dall’artigiano tramite il portale messo a disposizione dell’ADE, “Fatture e Corrispettivi”.

In alternativa è possibile acquistare un programma apposito o emettere direttamente la fattura elettronica al privato, indicando come codice univoco i sette zeri “0000000”.