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Sport e coronavirus

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Sport e coronavirus: l’iter per la ripresa arriva dalle federazioni

La data del 4 maggio è quella che è stata fissata per la ripresa degli sport individuali, linea guida sostenuta dal Coni in accordo con la Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) e i vari Enti di promozione sportiva nazionale nel rispetto del Decreto emanato dal Presidente Conte in merito alla fase 2, che riguarda appunto anche gli sportivi.

La ripresa degli allenamenti ha l’appoggio anche del Comitato medico scientifico del Coni, in quale ha convenuto di diffondere i protocolli per la ripresa in sicurezza delle attività sportive attraverso le Federazioni e i vari Enti di promozione sportiva, i quali dovranno emanare i protocolli di dettaglio per ogni singola disciplina e per le strutture che li ospitano.

Particolare attenzione, ritiene inoltre il Coni, va applicata anche all’aspetto psicologico degli atleti i quali, non è da escludere, potrebbero subire contraccolpi psicologici a causa del distanziamento dal campo di gara.

Riprendono gli allenamenti gli sportivi, professionisti e non, identificati come “di interesse nazionale” dalle rispettive Federazioni, purchè mantengano la distanza interpersonale di 1 metri l’un l’altro, evitando assembramenti quindi e rigorosamente a porte chiuse.

Per gli sportivi di discipline di squadra rimane la possibilità di allenarsi ma sempre singolarmente, l’attività di squadra di per sé dovrebbe infatti essere consentita solamente a partire dal 18 maggio.

L’iter per la ripresa

Tutti gli atleti verranno sottoposti ad un check up apposito in ottica covid prima di ricominciare ad allenarsi e verranno costantemente monitorati dal medico della società.

In seguito alle verifiche effettuate sugli atleti essi vengono suddivisi in 2 categorie: Atleti COVID+, precedentemente risultati positivi al test per il coronavirus o che secondo il responsabile sanitario potessero aver presentato sintomi riconducibili al virus, e attualmente guariti, ed Atleti COVID-, ossia non testati perché asintomatici (anche se stati a contatto con casi Covid).

Ogni Ente sportivo poi è tenuto a fare una valutazione del rischio di contagio individuando i locali interessati all’attività degli atleti, distinguendoli a seconda dell’uso che ne viene fatto, evidenziando perciò se siano luoghi di allenamento, di transito, spogliatoi, docce, rimesse e quanto altro… a seconda delle destinazioni d’uso l’ente deve infine individuare i vari protocolli per la messa in sicurezza degli ambienti.

Qualora poi alcuni sportivi risultassero positivi al coronavirus la Federazione Medico Sportiva Italiana ha approntato le linee guida per la gestione della positività degli atleti ed il conseguente comportamento da tenere da parte di compagni di squadra, allenatori, tecnici nonché dei gestori dei locali utilizzati dall’atleta infetto.

Ovviamente la sanificazione gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’impianto attivo ed efficiente, ecco che gli Enti sono quindi tenuti a comunicare alle società anche la frequenza delle  sanificazioni ed i prodotti necessari per effettuarle per poter mantenere gli impianti quanto più possibile sicuri ed efficienti.

Gestione del personale

Nel caso di enti che facciano affidamento su figure amministrative si rende comunque necessario l’attivazione dello smart working, per tutte le mansioni invece per cui il lavoro a distanza risulti pressochè impossibile o non funzionale occorre invece prestare attenzione ad una gestione alternativa: bisognerà ridurre gli accessi ai luoghi di svolgimento dell’attività, attivare la turnazione per diminuire gli assembramenti svolgendo quindi attività in gruppi scaglionati secondo turni ed agevolare il trasporto del singolo piuttosto che l’uso di mezzi di trasporto societari.

Nel caso infine degli sport che richiedano l’esistenza di uno spogliatoio o semplicemente di una panchina sarà opportuno trovare nuove soluzioni per inibire i contatti ravvicinati tra giocatori.

Al termine di tutte queste valutazioni resterà in ogni caso necessario intraprendere l’attività sportiva solo in presenza di DPI, insistere sul protocollo di igiene personale reiterata, fornirei luoghi degli atleti di opportuni dispenser di soluzione germicida e mantenere comunque sempre una distanza sociale funzionale al tipo di attività che si sta svolgendo (nel caso della corsa lenta per esempio sarà obbligatorio mantenere una distanza dal corridore davanti di almeno 5 metri, più l’andatura è veloce e più la distanza si allunga, per le attività statiche è sufficiente 1 metro).

Gianmaria@

Tributarista accreditato Blogger Studio di diritto fiscale e tributario

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