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Apertura partita iva come badante o colf

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Apertura partita iva come badante o colf: è possibile?

Aprire la partita iva come badante o colf è possibile se si vuole lavorare come freelance in più posti contemporanemente. Poniamo il caso di una badante che segue più anziani in diverse famiglie; al posto che farsi assumere da tutte, apre la partita iva e presenta ricevuta o fattura.

Colf e badanti

L’innalzamento della prospettiva di vita ha con essa aumentato il numero di anziani e il conseguente invecchaimento della popolazione; in parole povere ci sono più anziani che giovani. Questo accade sopratutto nei paesi sviluppati, tra i quali rientra anche l’Italia.

Tutte queste persone anziane richiedono naturalmente assitenza, che spesso i figli, per motivi di lavoro, non possono dare. Ecco che entra in gioco la figura del o della badante.

La differenza sostanziale tra i due lavori è la seguente:

  • La badante si occupa prettamente dell’assistenza diretta di anziani o persone afflitte da disabilita che non gli permetto di essere autosufficciente;
  • La colf è una figura “factotum” che si occupa anche della cura della casa, la preparazione del cibo ecc

Per diventare colf o badante, la normativa non prevede alcun titolo se non l’assunzione da parte della famiglia oppure l’apertura della partita iva e la contrattualizzazione della collaborazione domestica.

Tuttavia, sopratutto la badante, deve avere delle competenze specifiche quali:

  • Principi di base sicurezza e igiene
  • Minimo di conoscenza di anatomia
  • Conoscenze di psicologia geriatrica

ecc.

La colf è sufficiente che abbia presenti le norme igieniche di base.

Apertura partita iva badante o colf: conviene?

Conviene aprire la partita iva come badante: sì, con le dovute garanzie.

Il lavoro della badante e della colf, spesso richiedono orari molto stressanti, specie per chi lavora come convivente (h 24 6 gg su 7). In questi casi forse aprire la partita iva non è la scelta opportuna.

Inoltre la casistica sopra riportata collide profondamente con la normativa, che presuppone la non esclusività del rapporto di lavoro verso un unico committente, sancito nella legge Fornero del 2012.

Mentre se si lavora in più famiglie, con diversi orari in diversi giorni della settimana, la partita iva da una maggiore elasticità al lavoratore.

Il lavoro dipendente da delle garanzie inderogabili che la partita iva non da come:

  • Permessi e ferie obbligatori
  • Mutua (malattia e infortunio)
  • Disoccupazione
  • Ratei, 13esima e 14esima
  • Contributi pagati

senza contare il preavviso in caso di licenziamento.

Per ovviare a questa cosa la badante o la colf che volesse aprire la partita iva, può autogestirsi mediante un mandato (contratto) con le famiglie, l’aumento della tariffa oraria che comprenda tutti gli strumenti sopra riportati, la stipula di un fondo pensione privato, ecc ecc.

Ovviamente non sarà mai come lavorare alle dipendenze, ma collaborare con più famiglie ha i suoi vantaggi:

  • maggiore elasticità negli orari;
  • minore rischio di dipendenza economica da un solo committente;
  • maggiori introiti.

Lavorare come dipendenti e avere la partita iva, si può?

Sì, purchè non si lavori per un unico committente. Poniamo il caso di una colf che lavora presso una famiglia per 4 ore al giorno per cinque giorni la settimana. Gli vengono proposte delle collaborazioni di assitenza presso un istituto per anziani per più persone.

In questo caso la colf può mantenere il suo lavoro fisso come dipendente e aprire la partita iva con la quale fatturerà alle famiglie degli anziani assistiti presso il centro.

E’ molto comune tra i colf e i badanti arrotondare, in quanto i guadagni spesso non sono così alti.

Colf e badanti e prestazione occasionale: si può?

La prestazione occasionale, come dice la parola stessa, presuppone l’occasionalità del rapporto.

Facciamo degli esempi pratici: una badante che lavora presso un anziano per 6 h al giorno per 6 giorni la settimana, gli viene chiesto di assistere il pronipote in quanto afflitto da SLA per un giorno. In questo caso la prestazione occasionale va bene, perchè capita solo una volta.

Mentre se la colalborazione dovesse andare avanti nel tempo, la prestazione occasionale non va più bene e va aperta la partita iva o fatta l’assunzione.

Ovviamente vi è sempre il limite dei 5000 € per la prestazione occasionale, ma il principio cardine è proprio la committenza che non dev’essere duratura nel tempo.

Aprire la partita iva come colf e badante: cosa fare?

Aprire la partita iva come colf o badante è semplice, veloce e soprautto gratuito.

E’ sufficiente compilare il modello AA9/12, messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate e spedirlo telematicamente tramite un intermediario abilitato (commercialista o tributarista certificato).

Il moedello va compilato in ogni sua parte e inserito il codice ATECO (codice attività) più adatto; nel caso della colf e della badante il codice che più si addice è il 96.09.09 (servizi svolti per la persona, colf e badanti).

Una volta fatto questo passaggio e avuta la partita iva, la colf o la badante devono iscriversi alla Gestione Separata INPS, al fine di versare i contributi previdenziali.

La gestione separata INPS si paga annualmente in dichairazione dei redditi (non in 4 rate come per i dipendenti), tramite modello F24. Il calcolo viene fatto sul reddito in percentuale, del 25,72%. Nel caso la colf o la badante già lavorassero come dipendenti, la percentuale è del 24%.

Colf e badante: contabilità e tasse

La colf e la badante, come abbiamo visto, sono professioni svolte sotto forma di impresa individuale, o meglio di lavoro autonomo.

Il trattamento fiscale per i lavoratori autonomi può essere di due tipi:

Regime Forfettario
€ 299 all'anno
Non obbligatorieta della tenuta delle scritture contabili, in quanto i costi non sono deducibili;
Non si ha l’IVA in fattura;
Tasse al 5% (per le start-up) e al 15% sulle restanti;
Nessuna ritenuta d’acconto in fattura;
NO fattura elettronica B2B.
Possibilità di avere dei dipendenti
Nessun limite di spesa per i beni strumentali
Il regime forfettario ha un limite di fatturato annuo di € 65.000
Regime semplificato
€ 600 all'anno
Tenuta delle scritture contabili obbligatoria;
IVA in fattura;
Tasse a partire dal 23%;
Ritenuta d'acconto in fattura;
Fattura elettronica B2B obbligatoria;
 
 
 

Colf e badante: regime forfettario

Il regime forfettario è un regime ultra semplificato, dove non si tiene conto dei costi e dell’utile, ma i dati ci vengono direttamente imposti dal fisco.

Sul fatturato viene calcolato un coefficiente di redditività, che per la badante/colf è del 67%, sul quale vengono pagate le tasse e i contributi.

Calcolo tasse badante/colf

Poniamo il caso di una badante che apre la partita iva nel 2019. A fine anno realizza un fatturato di € 18.000.

Per prima cosa va calcolata la base imponibile al fine del calcolo delle imposte, ossia si calcola il 67% del fatturato.

Sul risultato di (18.000×67%) 12.060 €, calcoliamo il 5% di tasse (dato che il social media manager ha aperto la p.iva nel 2019 è considerato start-up).

Imposta sostitutiva è di 603 €

Dopodiché calcoliamo i contributi del 25,72% sempre sulla base imponibile di 12.060 €. Il risultato ci da 3.101 €.

I contributi verranno poi dedotti dalla base imponibile al fine del calcolo delle imposte l’anno successivo.

Sia le tasse, come i contributi, vengono pagati nell’estate del 2020, con la possibilità di rateizzarli in 6 volte.

PROIEZIONE ANNI 2019-2020

20192020
RICAVI €   18.000,00 €   22.000,00
BASE IMPONIBILE 67% €   12.060,00 €   17.160,00
CONTRIBUTI PAGATI €     3.101,83
BASE IMPONIBILE FINALE €   12.060,00 €   14.058,17
TASSE 5% €         603,00 €         702,91
CONTRIBUTI  €     3.101,83 €     4.413,55

In molti casi il regime forfettario è estremamente più conveniente rispetto al regime semplificato, sia sotto il profilo della tassazione, nonché sotto l’aspetto degli adempimenti fiscali verso l’Erario. Ovviamente dipende anche dai costi, che nel regime forfettario non sono deducibili.

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Colf e badanti: maggiori informazioni

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Aprire la partita iva come colf o badante è semplice, veloce e soprautto gratuito. E' sufficiente compilare il modello AA9/12, messo a disposizione dall'Agenzia delle Entrate e spedirlo telematicamente tramite un intermediario abilitato (commercialista o tributarista certificato).
Author
Gianmaria@

Tributarista accreditato Blogger Studio di diritto fiscale e tributario

2 commenti

Aurora Mantegani Scritto il6:46 PM - 24 Novembre 2019

Ringrazio per la risposta tempestiva ed esauriente!

    Gianmaria@ Scritto il11:25 PM - 24 Novembre 2019

    Grazie Aurora, siamo a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento!

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