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Aprire la partita iva come tatuatore

Aprire la partita iva come tatuatore

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Aprire la partita iva come tatuatore

Qualcuno direbbe “la bellezza va oltre la pelle. Un tatuaggio arriva direttamente all’osso“.

Il tatuaggio è una forma d’arte molto particolare. Gli storici ritengono che è addirittura più antica dell’Homo Sapiens.

La prova che i tatuaggi erano in uso nell’antichità ce l’ha data una mummia trovata in un ghiacciaio disciolto nelle Alpi al confine tra Italia e Austria, risalente al 3000 a.c. . Diverse pitture rupestri risalenti al 10.000 a.c. , rappresentano uomini ricoperti di simboli.

Nella cultura odierna, il tatuaggio è un segno contraddistintivo delle nuove generazioni. Sono pochi quelli senza un tatuaggio.

Proprio grazie a questo fattore, il mercato è molto cresciuto e molti si sono dati a questa professione.

Per diventare tatuatore, la passione non è però sufficiente: servono infatti degli attestati e dei riconoscimenti rilasciati da enti quali le Regioni.

Inoltre aprire un proprio studio comporta seguire una serie di normative sanitarie sia nel progetto dello Studio e sopratutto nella quotidianità della professione.

Tuttavia è un mestiere molto redditizio, in quanto, a parte i costi delle strumentazioni iniziali, il valore aggiunto (Ricavo-costo merce) è molto buono.

Requisiti

Come abbiamo accennato poco fa, lavorare come tatuatore (indipendentemente dallo svolgere l’attività in forma individuale o come dipendente), comporta il conseguimento di una serie di requisiti soggettivi fondamentali:

  • CORSO REGIONALE: le varie Regioni mettono a disposizione ogni anno una serie di convenzioni con istituti per la realizzazione di corsi al fine del rilascio di attestati. Dopo il conseguimento del corso l’ente certificatore rilascia un attestato il quale abilità il tatuatore all’esercizio della professione. Il corso darà al candidato le nozioni fondamentali sia sotto il profilo tecnico che sanitario, al fine di rilasciare un servizio sicuro ed equo al cliente. I corsi durano in media dalle 90 alle 110 ore e costano, a seconda della Regione, dai 1.200 € fino ai 1.700 €.
  • Master per tatuatori: una volte ottenuto l’attestato, è consigliato seguire dei master di specializzazione. Spesso sono promossi dagli stessi enti che rilasciano l’attestato di idoneità professionale.
  • Tirocinio: se non si è ancora sicuri di mettersi in proprio, la cosa migliore è seguire un tirocinio presso uno Studio già avviato per acquisire esperienza pratica sul campo.
  • Assicurazione R.C.: avere un’assicurazione per la Responsabilità Civile non guasta mai, a maggior ragione quando si lavora sulla pelle degli altri (letteralmente). L’assicurazione, oltre a dare maggiore professionalità e sicurezza al cliente, crea un air-bag per il tatuatore. Sempre meglio prevenire che curare.

Per quanto riguarda invece l’idoneità della strumentazione e delle procedure, viene dettato dalla Circolare 05.02.1998 n.2.9/156:

Circolare_Ministero_salute_Tatuaggio-piercing

Per i requisiti dei locali ogni Regione ha la sua circolare di riferimento. In genere i punti fondamentali sono:

  • Il materiale delle pareti il quale deve essere facilmente lavabile e igienizzatile;
  • La presenza di servizi igienici per i clienti;
  • La presenza di uno spogliatoio per i dipendenti e lavoratori;
  • Pareti divisorie tra una postazione e l’altra
  • Un impianto elettrico fatto a regola d’arte

ECC.

Un modo per capire meglio quali requisiti rispettare, è presentarsi all’ASL territorialmente competente e chiedere una consulenza a riguardo. L’azienda sanitaria potrebbe anche predisporre il pagamento di un ticket.

E’ inoltre presente l’associazione Tatuatori, che tra le altre cose ha spinto il Ministero della Salute al rilascio della circolare sopra riportata.

Aprire la partita iva

Una volta acquisiti i requisiti fondamentali (soggettivi) per svolgere la professione del tatuatore bisogna scegliere che percorso seguire:

  • Dipendente
  • Apertura di uno Studio per conto proprio
  • Affitto di una poltrona in uno Studio pre-esistente

Per l’apertura dello Studio e l’affitto di poltrona, è necessario l’apertura della partita iva.

Aprire la partita iva è gratuito, ma è solo il primo step. Si può fare compilando il modulo messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, il modello AA9/12.

AA9_12mod

Il modello va compilato in ogni sua parte e va inserito il codice attività o codice ATECO. Per il tatuatore il codice ATECO più adatto è il 96.09.02 (attività di tatuaggio e piercing).

Dopo aver aperto la partita iva, vanno eseguiti entro 30 giorni una serie di adempimenti, quali:

  • SCIA Comunale: sia nel caso di apertura di uno Studio che per l’affitto di una poltrona, va segnalato in Comune l’inizio attività. A seconda del comune è possibile farlo sia in modo cartaceo, che online mediante la procedura messa a disposizione del SUAP (sportello unico per le attività produttive). Contestualmente va segnalata l’inizio attività, anche all’ASL competente. Sia il comune che l’ASL poterebbero chiedere dei diritti di istruttoria assolvibili mediante un bollettino precompilato. Alla presentazione della prativa il Comune rilascia una ricevuta di spedizione da esibire nei locali.
  • Iscrizione al Registro Imprese: una volta ottenuta la ricevuta da parte del SUAP, va avviata la pratica in Camera di Commercio. Per prima cosa va fatta l’iscrizione al Registro Imprese e poi l’inizio attività in Camera di Commercio nella sezione Albo Artigiani. L’attività del tatuatore rientra infatti nelle professioni artigiane.
  • Iscrizione all’INPS: contestualmente alla pratica presso la CCIAA (Camera di Commercio), va fatta l’iscrizione alla sezione artigiani dell’INPS, in modo che l’ente possa elaborare il calcolo contributivo. Gli artigiani pagano una quota fissa annuale di INPS pari a 3.700 € ca., ridotti del 35% nel regime forfettario. Nel caso si superino i 15.710 € di reddito, sulla differenza va pagato un contributo extra-soglia pari al 24% sulla differenza (21% per gli under 21 anni).
  • Iscrizione all’INAIL: sempre contestualmente all’iscrizione in CCIAA, va istruita la pratica verso l’INAIL. Il tatuatore paga una quota non molto elevata, dovuto al basso rischio di infortunio dovuto all’attività artigiana.
  • Iscrizione della PEC: nelle pratiche verso la CCIAA, INPS ed INAIL, la procedura chiede una PEC (posta elettronica certificata) che dal 2013 è obbligatoria anche per gli artigiani che lavorano individualmente.

Tutte queste operazioni sono molto delicate: per questo consigliamo che vengano seguite passo passo con un professionista esperto.

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Contabilità e Regime Fiscale

Il tatuatore con la partita iva, che svolge la professione individualmente. Si può scegliere tra la contabilità semplificata o il regime forfettario.

Tra i due è decisamente più conveniente il regime forfettario.

Il regime forfettario, rispetto alla regime semplificato ha le seguenti caratteristiche:

  • Non obbligatorietà della tenuta delle scritture contabili, in quanto i costi non sono deducibili;
  • Non si ha l’IVA in fattura;
  • Tasse al 5% (per le start-up) e al 15% sulle restanti;
  • Nessuna ritenuta d’acconto in fattura;
  • NO fattura elettronica B2B.
  • Possibilità di avere dei dipendenti
  • Nessun limite di spesa per i beni strumentali

Il regime forfettario ha un limite di fatturato annuo di € 65.000.

Come abbiamo detto prima, non potendosi dedurre i costi dai ricavi, le imposte vengono calcolate su un coefficiente di redditività percentuale che varia a seconda del codice ATECO.

Per il tatuatore il coefficiente di redditività e del 67%.

L’unica spesa che si può ulteriormente dedurre dal coefficiente di redditività sono i contributi fissi e percentuali, sui quali c’è una riduzione del 35%.

Facciamo un esempio pratico: poniamo il caso di un tatuatore che si abilità alla professione e apre la partita iva nel 2019. Nello stesso anno realizza un fatturato di € 24.000. Come previsto paga i contributi fissi per € 2.400 sempre nel 2019.

La prima cosa da fare è calcolare il coefficiente di redditività relativo all’attività svolta, ossia il 67% di 24.000 €. Sul risultato di 16.070 €, al fine del calcolo dell’imposta del 5%, dobbiamo ancora decurtare i 2.400 € di contributi pagati nel 2019. Sulla base imponibile finale di € 13.680 € calcoliamo il 5% di imposta che ci da il risultato di € 684.

Per il calcolo dei contributi extra-soglia, dobbiamo tenere in considerazione la prima base imponibile di € 16.070 sulla quale differenza rispetto alla soglia di € 15.710 dobbiamo calcolare il 24% (il tatuatore ha più di 21 anni).

CALCOLO: (16.070-15.710)x24% = 86,40 €

Non finisce qui: al risultato dobbiamo decurtare la riduzione forfettaria del 35%, la quale ci da un risultato finale di € 64, i quali dovranno essere versati insieme alle tasse. Gli stessi concorreranno a formare la base imponibile al fine del calcolo delle imposte nell’anno venturo.

Vuoi sapere di più sul regime forfettario?

IL REGIME FORFETTARIO
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Aprire la partita iva come tatuatore
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Aprire la partita iva come tatuatore
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Per diventare tatuatore, per prima cosa vanno acquisite le necessarie competenze tramite dei corsi promossi dalla Regione. Dopodiché si apre la partita iva. Aderendo al regime forfettario si paga il 5% di tasse per 5 anni e si ha uno sconto del 35% sui contributi.
Author
Gianmaria@

Tributarista accreditato Blogger Studio di diritto fiscale e tributario

4 commenti

nadia recagno Scritto il5:18 PM - 7 Maggio 2020

buongiorno, sono interessata ad aprire la partita iva e al regime forfettario.
Sono un’infermiera

Andrea Manfredi Scritto il11:47 AM - 17 Marzo 2021

Buongiorno, le scrivo per chiederle se per caso potesse fornirmi delle delucidazioni in merito alla potenziale incompatibilità tra lo svolgimento della professione di dottore commercialista e quella di tatuatore. Le due suddette attività devono ritenersi incompatibili oppure l’attività di tatuatore può essere considerata attività di lavoro autonomo e non attività d’impresa e quindi compatibile con la professione di commercialista? Potrebbe fare la differenza se l’attività di tatuatore venisse svolta esclusivamente tramite affitto di poltrona in studio terzo? Sarebbe invece possibile aprire uno studio proprio? L’attività svolta in qualità di dipendente invece non dovrebbe creare incompatibilità, è corretto?
La ringrazio molto

    Gianmaria@ Scritto il8:26 PM - 20 Marzo 2021

    Buonasera Collega,

    l’ODCEC preclude tutte una serie di attività le quali possono essere incompatibili con altre professioni. Analizziamo per caso specifico: nel caso di impresa individuale in teoria la professione principale da Commercialista cozza con quella del tatuatore (artigiano). Non vedo differenza tra studio proprio e affitto della poltrona, perchè in ogni caso devi avere un codice ATECO iscritto in visura (cosa di fatto incompatibile con la Professione). Come dipendente ho qualche dubbio, ti consiglio di chiedere al Tuo Ordine territorialmente competente. C’è anche da dire che l’attività di tatuatore non centra nulla quasi con quella da Commercialista, pertanto logicamente non vedo quale sia il problema se un Collega vuole cimentarsi in una attività alternativa. In bocca al lupo, aspetto qualche disegno delle Tue opere 😀

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