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Aprire partita iva insegnante

Aprire partita iva insegnante

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Aprire partita iva insegnante: cosa fare?

“E’ l’arte suprema dell’insegnante: risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza” diceva Albert Einstein.

L’insegnante è una professione molto in voga, sopratutto tra i giovani. Nonostante la crisi rimane uno dei mestieri più ambiti dai laureandi.

L’insegnante effettivamente, indipendentemente dalla materia, oltre che al settore pubblico, da numerosi sbocchi, questo anche grazie all’aumento delle facoltà e delle scuole che aiutano gli studenti nel recupero degli anni o degli esami persi.

L’insegnate oggi, grazie alla tecnologia, è un lavoro che può essere svolto online. Esistono infatti delle piattaforme e-learning dove gli studenti pagano per avere delle lezioni che potranno comodamente seguire dal pc di casa o addirittura dallo smartphone.

Il lavoro dell’insegnante inoltre, potrebbe essere un secondo lavoro o comunque essere svolto insieme ad altre professioni.

Immaginiamo un architetto che ha il suo studio ma la sera segue degli studenti della facoltà di architettura del Politecnico come supplente.

Le strade sono innumerevoli.

Insegnante: è possibile fare la “prestazione occasionale”

Sì dal momento in cui l’attività non è svolta in modo continuativo ed abituale.

Su tale punto ho già affrontato l’argomento a maggio 2019, con l’articolo:

Non è un segreto che molti insegnanti svolgono un “dopolavoro” come docenti privati. Il legislatore ha quindi deciso di regolamentare il tutto con la finanziaria 2019.

Quando aprire la partita iva come insegnante?

Nel momento in cui il lavoro dell’insegnante privato diventa qualcosa di più impegnativo e continuativo, rispetto alle sole lezioni private a studenti, è consigliato aprire la partita iva.

Per l’insegnante aprire la partita iva è gratis. Va semplicemente compilato il modello AA9/12 messo a disposizione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

AA9_12mod

Il modello va compilato in ogni sua parte, inserendo tra le altre cose il codice ATECO più adatto che per l’insegnante privato è il 85.59.90 (servizi di supporto all’istruzione).

Una volta compilato il modello va spedito all’agenzia delle entrate, o portandolo fisicamente o inviandolo attraverso un intermediario abilitato (commercialista o tributarista).

In ambo i casi la procedura non comporta alcun costo.

INPS e contributi insegnante privato

Una volta avuto il numero di partita iva, l’ultimo passaggio è iscriversi alla gestione previdenziale INPS. La cassa per gli insegnanti freelance è la Gestione Separata INPS, dove si pagano i contributi percentualmente (25,72%) sul reddito dichiarato.

Insegnante privato: tasse e contabilità

L’insegnante privato svolge un’attività che viene definita in gergo tecnico di lavoro autonomo.

Il trattamento giuridico e fiscale del lavoratore autonomo è quello della ditta individuale.

La ditta individuale può scegliere tra due regimi fiscali ben distinti:

Regime Forfettario
€ 299 all'anno
Non obbligatorieta della tenuta delle scritture contabili, in quanto i costi non sono deducibili;
Non si ha l’IVA in fattura;
Tasse al 5% (per le start-up) e al 15% sulle restanti;
Nessuna ritenuta d’acconto in fattura;
NO fattura elettronica B2B.
Possibilità di avere dei dipendenti
Nessun limite di spesa per i beni strumentali
Il regime forfettario ha un limite di fatturato annuo di € 65.000
Regime semplificato
€ 600 all'anno
Tenuta delle scritture contabili obbligatoria;
IVA in fattura;
Tasse a partire dal 23%;
Ritenuta d'acconto in fattura;
Fattura elettronica B2B obbligatoria;
 
 
 

Per l’insegnante tra i due regimi è sicuramente più conveniente il regime forfettario.

Insegnante privato: il regime forfettario conviene?

Come abbiamo visto il regime forfettario da la possibilità di pagare il 5% di tasse, contro il 23% a salire del regime semplificato.

Tuttavia nel regime forfettario non si possono portare in deduzione i costi dell’attività, come ad esempio il carburante della macchina, i corsi di aggiornamento, l’acquisto di un pc o un tablet ecc ecc. Cosa invece possibile nel regime semplificato.

La convenienza è quindi determinata dalla percentuale dei costi che può avere un insegnante rispetto ai propri ricavi.

Nel regime forfettario, le tasse e i contributi, vengono calcolati su una percentuale di reddito predeterminata dal fisco detto coefficiente di redditività.

Nel caso dell’insegnante detto coefficiente è del 78%. Vuol dire che il fisco determina un percentuale di costi fissa del 22%.

La convenienza è quindi determinabile come segue: “i miei costi come insegnante sono maggiori del 22%?

Gli insegnanti di matematica non avranno problemi ad impostare una funzione 🙂

Oltre a questi elementi puramente matematici teniamo in considerazione che nel regime forfettario non si hanno IVA e ritenute, minori adempimenti e il commercialista costa meno.

Insomma: il linea generale dovrebbe convenire.

Regime forfettario 299 euro all'anno

Calcolo tasse dell’insegnante

Vediamo un caso pratico per capire il funzionamento del calcolo delle tasse per l’insegnante nel regime forfettario:

Una insegnante decide di aprire la partita iva nel regime forfettario a inizio 2019. A fine anno realizza un fatturato di 18.000 €.

  1. Calcolo della base imponibile 78% su 18.000 (14.040 €)
  2. Calcolo delle tasse del 5% su 14.040 € (702 €)
  3. Calcolo dei contributi su 14.40 € (3.611 €)

Le tasse e i contributi vanno versati nell’estate dell’anno venturo (2020) fino a 6 rate, mediante il modello F24.

I contributi pagati durante il 2020 verranno portati in deduzione l’anno successivo.

PROIEZIONE TASSE- CONTRIBUTI ANNI 2019-2020

20192020
RICAVI €   18.000,00 €   22.000,00
BASE IMPONIBILE 78% €   14.040,00 €   17.160,00
CONTRIBUTI PAGATI €     3.611,09
BASE IMPONIBILE FINALE €   14.040,00 €   13.548,91
TASSE 5% €         702,00 €         677,45
CONTRIBUTI  €     3.611,09 €     4.413,55

Aprire la partita iva come insegnante: conviene?

Dal momento che aprire la partita iva è necessario nel momento in cui l’attività diventa abituale, non è tanto una questione di convenienza, ma di regolarità.

Possiamo dire che con il regime forfettario, rispetto alla tassazione delle lezioni private, è molto più conveniente.

Insegnate di scuola pubblica e partita iva: è possibile?

Essere dipendenti pubblici comporta molte restrizioni ed una di queste è il possesso della partita iva.

Come già visto in precedenza l’ Art. 53 TU – pubblico impiego recita

 “I lavoratori dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni con rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato non possono intrattenere altri rapporti di lavoro dipendente o autonomo o esercitare attività imprenditoriali.”

Pertanto la prima restrizione parte dall’orario che l’insegnante ha presso la scuola pubblica: se full time non potrà aprire la partita iva, mentre se part time si.

Inoltre: l’ Art. 53 D.lgs n.165/2001 ovvero:” i dipendenti pubblici, che svolgono l’attività di insegnamento a titolo privato, in materia di incompatibilità e cumulo di impieghi e incarichi, comunicano all’amministrazione di appartenenza l’esercizio di attività extra-professionale didattica ai fini della verifica di eventuali situazioni di incompatibilità”

Ancora:  Art. 508 del TU – materia di istruzione “Non è consentito al personale docente di impartire lezioni private ad alunni del proprio istituto.”

Raccomando quindi molta attenzione in merito.

Insegnante con partita iva: posso lavorare all’estero?

Partiamo da un caso: prendiamo l’insegnante di italiano che insegna saltuariamente a dei ragazzi in un istituto privato in Austria (territorio UE).

In questo caso l’insegnante con partita iva dovrà emettere fattura intracee all’istituto austriaco.

Per emettere fatture estere l’insegnante deve iscriversi agli elenchi VIES, per gli operatori intracomunitari.

Le tasse comunque verranno pagate in Italia, in quanto l’insegnante ha residenza nel territorio italiano e l’attività in Austria non compone la maggioranza dei suoi proventi.

Diverso è se l’insegnante risiede abitualmente all’estero, in quel caso dovrà informarsi presso il fisco del paese ove prende domicilio abituale.

Hai bisogno di più informazioni sulla partita iva come insegnante?

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Nel momento in cui il lavoro dell'insegnante privato diventa qualcosa di più impegnativo e continuativo, rispetto alle sole lezioni private a studenti, è consigliato aprire la partita iva. Per l'insegnante aprire la partita iva è gratis. Va semplicemente compilato il modello AA9/12 messo a disposizione da parte dell'Agenzia delle Entrate. Il modello va compilato in ogni sua parte, inserendo tra le altre cose il codice ATECO più adatto che per l'insegnante privato è il 85.59.90 (servizi di supporto all'istruzione).Nel regime forfettario, le tasse e i contributi, vengono calcolati su una percentuale di reddito predeterminata dal fisco detto coefficiente di redditività.Nel caso dell'insegnante detto coefficiente è del 78%.
Author
Gianmaria@

Tributarista accreditato Blogger Studio di diritto fiscale e tributario

2 commenti

valeria bertoli Scritto il3:00 PM - 12 Maggio 2020

Articolo molto utile, grazie!

Andrea Scritto il3:18 PM - 5 Agosto 2020

CODICE ATECO: 85.31.2
ISTRUZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO DI FORMAZIONE GENERALE: LICEI – istruzione secondaria generale di secondo grado che consente, in linea di massima, l’accesso all’istruzione superiore post-secondaria.
Salve, sono un laureato cinese e da tre anni lavoro come docente nella terza fascia, ho gia’ chiesto il permesso di soggiorno per attesa occupazione. A settembre potrei aprire la partiva iva come docente con codice sopra e stipulare contratti con le scuole come lavoro autonomo? Perche’ vorrei cambiare il permesso di soggiorno per lavoro automono, senno’ devo aprirla come docente privato? Grazie mille in anticipo per la risposta!

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