CHE COS’E’ IL BUSINESS PLAN

Il business plan è un documento analitico composto da una parte numerica e una parte descrittiva, dove vengono esposte le ragioni per cui un determinato progetto imprenditoriale deve funzionare.

Ne deduciamo quindi che il business plan è un documento molto importante, in quanto spiega in modo analitico e capillare il perché investire in un determinato progetto.

Il business plan è utile in molti casi, in particolare per acquisire nuovi potenziali partner commerciali e investitori terzi, come ad esempio:

  • BANCHE: quando si è una start-up oppure in fase di realizzazione di un nuovo progetto aziendale, la banca non si limita a porgere fiducia all’imprenditore, ma vuole toccare con mano il potenziale del Business. In questo caso, quasi sicuramente, andrà a chiedere un business plan, se non un piano industriale vero e proprio.
  • CONSORZI DI GARANZIA: come per le banche, i consorzi di garanzia, prima di rilasciare corpose somme sotto forma di garanzie, vogliono toccare con mano il potenziale dell’idea imprenditoriale. Anche qui un buon business plan aiuta l’imprenditore a convincere l’istituto a credere in lui.
  • PIATTAFORME DI CROWFUNDING: ultimamente un modo per raccogliere finanze (resources gathering), è quello di iscriversi alle piattaforme di crowfunding. In queste piattaforme, vari privati, investono piccole somme su progetti che i potenziali imprenditori postano sulla propria pagina. Questo modo di raccolta, il quale possiamo definirlo 3.0 funziona, ma giustamente i vari investitori vogliono capire nel dettaglio in cosa stanno investendo. Qui entra in gioco il business plan, fatto sotto forma di presentazione grafica semplice e coincisa.
  • BUSINESS ANGEL: un ulteriore modo interessante di acquisire risorse finanziarie, è quello di affidarsi ai c.d. business angels (dall’inglese angeli della finanza), ossia manager, filantropi e imprenditori, con grandi disponibilità finanziarie, i quali decidono di investire nei progetti e nel futuro. In questo caso, a maggior ragione, serve un business plan fatto in modo adeguato, in quanto il potenziale investitore è sicuramente un imprenditore con numerosi anni di esperienza sulle spalle.
  • FORNITORI: tante volte, sono gli stessi fornitori di beni e servizi che incentivano l’apertura di un azienda con il rilascio di linee di fido, dando al possibilità al nuovo imprenditore di pagare in modo diluito nel tempo. Immaginiamo le torrefazioni che affidano macchinari e forniture ai bar per aprire e si fanno pagare anche dopo 180 giorni. In questi casi, i fornitori si fanno lasciare le dovute garanzie, ma anche un piano di business ben preciso. Come vediamo, anche in questo caso il business plan torna utile.
  • STRUMENTO PER L’IMPRENDITORE: il business plan non è solo un documento utile a potenziali terzi, ma può trascriversi anche come una vera e propria mappa concettuale che l’imprenditore usa per realizzare il suo progetto. Quando si inizia un nuovo business, si è presi dall’entusiasmo, il quale a volte si muta in superficialità nelle scelte al fine di raggiungere il proprio obbiettivo. Il business plan, come una ferrovia, fa si che l’imprenditore non si perda ed arrivi alla meta (da A a B) senza tappe inutili e nel minor tempo possibile. In questo caso il business plan è finalizzato alla pianificazione strategica d’impresa.

Insomma, il business plan è veramente un documento universale. Lo stesso infatti può essere sia in lingua originale, ma che tradotto in lingua inglese, al fine di aumentare il proprio bacino di potenziali investitori.

Specialmente nel settore food, sono molti gli investitori che vengono dall’estero, specialmente dal Regno Unito e dal Nord/Centro Europa. In questo caso,a vere un business plan in lingua inglese, aiuta a farsi conoscere meglio.

COSA TI OFFRIAMO

Il nostro studio è in grado di realizzare un business plan completo in pochi giorni, adatto ad ogni esigenza.

I NOSTRI PREZZI

Simple BP
399 €
Business Plan in forma semplificata
Da 5 a 10 pagine
Ideale per richiedere finanziamenti a banche, consorzi di garanzia e piattaforme di crowfunding.
Presentazione dell'azineda e del progetto, schema di analisi mercato di riferimento, fabbisogno finanziario equiparato agli investimenti, studio di fattibilità iniziale, proiezione quinquennale, stress test.
 
Medium BP
799 €
Business Plan in forma analitica
Da 11 a 25 pagine
Ideale per presentare progetti a investitori privati, business angels e fondi di investimento nazionali
Presentazione dell'azineda e del progetto in forma analitica, schema di analisi mercato di riferimento, ricerca e comparazione con poteziali competitor, fabbisogno finanziario equiparato agli investimenti, studio di fattibilità iniziale, proiezione quinquennale, rendiconto finanziario analiticco quinquennale, stress test.
 
Advanced BP
1.399 €
Business Plan in forma avanzata
da 16 a 50 pagine
Ideale da presentare a grossi gruppi bancari corporate e investitori internazionali
Traduzione in lingua italiana e inglese
Piano industriale avanzato,presentazione dell'azineda e del progetto in forma analitica, schema di analisi mercato di riferimento, ricerca e comparazione con poteziali competitor, fabbisogno finanziario equiparato agli investimenti, studio di fattibilità iniziale, proiezione quinquennale, rendiconto finanziario analiticco quinquennale, stress test.

CI METTIAMO A TUA DISPOSIZIONE

La nostra consulenza per fasi segue questo schema:

  • FASE CONOSCITIVA: una consulenza telefonica, o meglio in video-chat, dove ci spieghi il tuo progetto.
  • QUESTIONARIO: in base alle informazioni raccolte ti inviamo un questionario con alcune domande fondamentali per rendere il tuo business plan perfetto per le tue esigenze.
  • INFORMATION GATHERING: in base alle risposte del questionario impiantiamo una serie di ricerche e di inquisizione di informazioni tecniche alla realizzazione del business plan
  • SCELTA DEL TEMPLATE E DELLO STYLE: l’occhio ha la sua parte, un bel tema migliora la visibilità. I nostri software di riferimento sono Canva e Photoshop. Ovviamente dovrai darci una mano con le immagini.
  • STESURA: la parte più complessa è la stesura del business plan numerico e descrittivo, il quale impiegherà il 40% del lavoro da svolgersi.
  • LETTURA: se tutto va bene te lo spediamo in copia ufficiale sia in formato PDF/A ad alta risoluzione ed anche cartaceo (su richiesta con sovra-prezzo).
  • MODIFICHE: non preoccuparti, possiamo apportare tutte le modifiche che desideri. Se trovi qualcosa che non va, ce lo comunichi e noi provvediamo a sistemarlo!

IL PAGAMENTO AVVIENE ALLA CONSEGNA, NESSUN COSTO INIZIALE!

Business Plan 1

SAPPIAMO DI COSA STIAMO PARLANDO! SIAMO ESPERTI NEL SETTORE DA QUASI 10 ANNI!

Nella realizzazione di un buon business plan, vanno seguite delle linee concettuali ben precise. Infatti, l’errore che fanno molti è quello di realizzare un business plan senza introdurre le premesse fondamentali.

L’investitore deve sapere tutto:

  • IN COSA CONSISTE IL PROGETTO?
  • QUALE SARA’ IL SETTORE DI MERCATO DI INTERESSE?
  • DOVE SI TROVERA’ FISICAMENTE L’AZIENDA?
  • QUALI SONO LE ESPERIENZE TECNICHE E AZIENDALI DELLO STARTUPPER?
  • QUAL’E’ LA POSIZIONE PATRIMONIALE E FINANZIARIA DELLO STARTUPPER O DELL’IMPRENDITORE?
  • CHI SONO I POTENZIALI COMPETITOR?
  • QUALE SARA’ LA FORMA GIURIDICA DELL’AZIENDA?

ecc … Sono tutte domande lecite le quali fungono da premessa e per la raccolta di informazioni, o business information gathering.

Una volta raccolte tutte le informazioni necessarie, si è costruita l’impalcatura del business plan, sulla quale dovranno poggiarsi tutti i dati numerici e previsionali.

L’obbiettivo del business plan è ricreare, grazie alle informazioni raccolte, una proiezione, la quale dovrà discostarsi il meno possibile dalla realtà.

INTRO

Prima di tutto va impostata l’introduzione la quale dovrà contenere alcune info e premesse fondamentali:

  • PRESENTAZIONE AZIENDALE: la presentazione aziendale, consiste in una parte meramente descrittiva, dove si indica la storia dell’azienda o del progetto di start-up, i componenti e i soci coinvolti nel progetto ecc …
  • IDEA IMPRENDITORIALE: descrivere in modo capillare l’idea imprenditoriale è fondamentale. In questa parte, sempre descrittiva, si entra nel dettaglio del progetto d’impresa.
  • LOCALISATION MAP: è importante anche indicare il dove si andrà a sviluppare l’azienda.

Business Plan 2

SKILLS DELL’IMPRENDITORE

Dopo la prima fase di introduzione è importante per l’imprenditore presentare le proprie esperienze nella materia ove si sta andando a sviluppare il business. Imprenditori lo si può diventare, ma non ci si può improvvisare.

Quando un investitore decide di finanziare un progetto deve sapere che il suo denaro è in ottime mani.

CREDITWORTHINESS – l’analisi del merito creditizio

Ogni imprenditore ha la sua storia. E’ importante, prima di fare qualsiasi passo, analizzare la situazione del merito creditizio dell’individuo che andrà a chiedere i fondi.

Ormai, quasi tutte le banche, finanziarie, consorzi di garanzia ecc … hanno accesso a delle banche dati, le quali raccolgono e analizzano milioni di dati di milioni di utenti.

Quando vi sono delle irregolarità, le piattaforme di rating, segnalano il creditore come cattivo pagatore o non regolare. In questo caso diventa difficile richiedere dei fondi, ma non impossibile. Vi sono alcune piattaforme sia di crowfundig che di micro-credito, dove i creditori vengono analizzati, sì sotto la lente del merito, ma anche in base all’idea imprenditoriale.

In questo caso il business plan dovrà essere formulato in modo ancor più analitico e capillare.

INFORMATION GATHERING – l’acquisizione dei dati

Per realizzare una proiezione reale è necessario acquisire il maggior numero di notizie possibili, partendo da alcune domande fondamentali:

  • Cosa serve per iniziare l’attività?
  • Di quali nozioni tecniche necessito?
  • Quanti e quali strumenti ho bisogno?
  • Ho bisogno di personale qualificato? Di quanti dipendenti necessito?

Sono tutte domande fondamentali al fine della realizzazione di un progetto imprenditoriale.

Per aiutarci nella ricerca possiamo sfruttare lo strumento dell’informazione, ossia comparare il nostro progetto a quello di un competitor già operante. Questa fase si chiama competitor comparation.

Possiamo anche avvalerci di tecnici o esperti del settore, facendo delle vere e proprie interviste a chi è già del settore.

LA FASE DI ANALISI

L’analisi preventiva (preventive analysis) è fondamentale quando si realizza un business plan. Vediamo brevemente quali sono le fasi:

  • SECTOR ANALISYS: in questa fase si analizza il segmento di settore di mercato nel quale ci si vuole inserire. Ad esempio per un gelataio, si analizza il settore dei gelati e della pasticceria. La fase di analisi di settore, si fa sia a livello globale (nazionale) dove si prendono i dati commerciali globali, ma anche territoriali, nel caso di un esercizio al dettaglio, ove il bacino di utenza si restringe solo in un paese o in un quartiere.
  • BACINO DI UTENZA: in base all’analisi di settore, va individuato il potenziale bacino di utenza (potential customers) e i potenziali acquirenti del prodotto. Questo servirà, grazie ai punti che andremo a vedere, quale sarà il punto di saturazione del mercato e quali strategie adottare nella scelta dei prodotti.
  • COMPETITOR RESEARCH: una volta analizzato il settore è bene dare uno sguardo alla concorrenza. Come per l’analisi di settore bisogna individuare l’area di interesse ed individuare i principali competitor e compararne il successo e il tempo di realizzazione del loro progetto. Senza sfociare in “spiaggio industriale” è sufficiente raccogliere le info pubbliche dal registro delle imprese.
  • PRODUCT ANALYSIS & PRICE ANALYSIS: partendo dai dati raccolti nell’analisi settoriale e nella ricerca dei competitor, è necessario capire quali sono i prodotti venduti, i più venduti, la saturazione nel mercato da parte del prodotto e il range di prezzo. Questa fase, forse è la più importante in quanto orienta l’imprenditore su delle scelte fondamentali. Ad esempio: immaginiamo una gelateria, la quale dovrà decidere se cimentarsi su nuovi prodotti o su prodotti attuali e rilanciarne la qualità. La scelta è dettata dall’inserimento del prodotto nel segmento di mercato, il quale se già saturo, avrò bisogno di profonda innovazione. Ovviamente la scelta del prodotto determina in modo radicale anche la scelta degli strumenti per la sua realizzazione. Sempre con l’esempio della gelateria: se lo startupper gelataio analizza che i semifreddi sono un prodotto richiesto dal mercato, non venduti nella zona di suo interesse, dovrà munirsi degli strumenti necessari (abbattitore termico, freezer alta potenza ecc …).
  • COST ANALYSIS: in seguito alla strategia di segmentazione del prodotto, vanno analizzati i vari costi di realizzazione. In primis vanno verificati i costi immobilizzati, ossia tutto ciò che serve a livello strumentale e di know how. Gli investimenti sono un costo che l’imprenditore sosterrà una sola volta. I seguito alla stesura di costi immobilizzati vanno individuati i costi di gestione, i quali vanno a loro volta distinti in costi fissi e costi variabili. I costi fissi sono tutte quelle spese che esistono indipendentemente dal fatturato e dai proventi: pensiamo ad esempio all’affitto, anche se non si vende, si paga. I costi variabile invece, sono tutti quei costi direttamente o indirettamente proporzionali alle vendite; pensiamo ad esempio per il gelataio, i prodotti per la realizzazione dei gelati: maggiori saranno i km di gelato venduto, maggiori saranno i costi delle materie prime.
  • ANALISI RIGIDITA’/ELASTICITA’: in base al rapporto tra costi fissi e costi variabili, è possibile analizzare che grado di elasticità o di rigidità avrà l’impresa. Maggiori saranno i costi fissi e maggiore sarà la rigidità e viceversa. Oggigiorno, sopratutto le banche, preferiscono che un’azienda sia elastica rispetto a rigida.
  • SUPPLIER ANALYSIS: trovati i fabbisogni in termini di beni e servizi, vanno individuati eventuali fornitori. Il fornitore va scelto in base alle esigenze, possibilmente inizialmente con un ottica di credito, ossia che esso sia disponibile a dare margine di pagamento ampio rispetto alla consegna delle merci, così che sia più facile incamerare risorse finanziarie ed autofinanziarsi con le vendite. I fornitori si distinguano in PMI (piccole e medie imprese) ove il dialogo con l’alter-ego imprenditore è diretto e quindi più semplice stabilire degli accordi economico/finanziari vantaggiosi. Ci sono poi le grandi imprese e le Multinazionali, dove si ha a che fare con rappresentati e responsabili delle vendite; qui il rapporto personale scema in favore di quello tecnico contabile.
  • BREAK EVEN POINT (BEP): il break even point, in italiano punto di pareggio, rappresenta l’analisi, grazie all’acquisizione dei dati di vendita e dei costi fissi e variabili, il potenziale punto di pareggio temporale.
  • PAY-BACK TIME: un altro strumento molto potente da utilizzare nella fase di analisi e studio di fattibilità, è il Pay-back time, ossia una proiezione temporale fatta dai 36 ai 60 mesi ove si va a simulare un cash flow mensile con entrate e uscite. Questo strumento da la cognizione temporale del raggiungimento del punto di pareggio (BEP).
  • PUNTO DI SATURAZIONE PRODUTTIVO: sembra strano, ma bisogna prevedere anche una eventuale saturazione della domanda da parte dei clienti e fino a che punto la nostra futura azienda potrà reggere l’offerta, senza andare in perdita. Ogni azienda ha il suo limite produttivo, ossia una linea immaginaria, dopo la quale produrre e vendere ulteriormente genererebbe solo perdite. Immaginiamo sempre la nostra gelateria: essa è composta da un gelataio, che è anche il titolare e una dipendente che serve i clienti. Questa dipendente, è vincolata da dei limiti di welfare preimposti quali le 8 ore al giorno e i 6 giorni a settimana di lavoro. Nello stesso tempo è vincolata da dei limiti umani: non potrà servire più di 2 clienti per volta. Se la domanda dovesse aumentare, il titolare dovrà trovarsi a fare i conti con una scelta: prendere un ulteriore dipendente, soddisfando quindi la domanda residua ma aumentando i costi fissi, oppure rinunciare al maggior provente ma rimanere nella zona di sicurezza (confort zone). Valutazioni utili e prevedibili, grazie alle precedenti analisi.

PROIEZIONE DEL CONTO ECONOMICO E STATO PATRIMONIALE

Fatte tutte le premesse necessarie, è possibile procedere con la fase decisiva del business plan, ossia quella riguardante le proiezioni economiche e patrimoniali.

La prima fase è l’individuazione del margine contributivo, dato dai ricavi meno i costi variabili

MARGINE CONTRIBUTIVO = RICAVI – COSTI VARIABILI

Il secondo risultato da ottenere è il MOL (margine operativo lordo), dato da il margine contributivo, appena calcolato, meno i costi fissi.

MOL = MARGINE CONTRIBUTIVO – COSTI FISSI

Come terzo risultato vanno calcolate le imposte e le tasse e vanno dedotte dal risultato operativo lordo (MOL).

UTILE NETTO = MOL – IMPOSTE CORRENTI

La proiezione va poi riprodotta sui 3 o i 5 anni a seconda dell’arco temporale di proiezione.

L’arco temporale di proiezione deve coincidere, ovviamente, con l’arco di restituzione dei prestiti. Ad esempio: se avete la necessità di avere un finanziamento che durerà 48 mesi (4 anni), la proiezione dovrà essere di almeno 4 anni, in quanto il finanziatore dovrà vedere la proiezione nell’arco della durata del finanziamento concesso.

CAPACITA’ DI RESTITUZIONE

Vista la proiezione del conto economico, è necessario andare ad allocare il finanziamento in base al suo periodo di restituzione, in deduzione all’utile netto ottenuto nella proiezione. Ovviamente, per far si che la richiesta di finanziamento sia congrua rispetto al business potenziale, l’utile dovrà essere nettamente maggiore alla rata annuale + gli interessi (costo del denaro).

UTILE NETTO > RATA FINANZIAMENTO ANNUALE + INTERESSI

Se, dai calcoli, l’utile dovesse risultare insufficiente a coprire la rata e gli interessi, il rischio è quello di incorrere in una situazione di potenziale sovraindebitamento e di stagnazione. In questo caso va rivalutato l’intero impianto dell’idea imprenditoriale, ridimensionando il tutto ad una quota raggiungibile.

Inoltre, non è sufficiente che l’utile sia superiore alla rata del finanziamento, nonché agli interessi generati, ma dovrà lasciare un margine con il quale l’imprenditore potrà affrontare le sue necessità e la sua sussistenza.

UTILE NETTO – MARGINE DI GUADAGNO > RATA FINANZIAMENTO + INTERESSI

LA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA

Una volta ottenuti i numeri e individuate le risorse necessarie per il proprio scopo imprenditoriale, vanno distinte le risorse da acquisire.

I finanziamenti si distinguono in due grossi tronconi:

  • DEBITI BANCARI A BREVE TERMINE: sono tutte le risorse acquisite mediante finanziamenti di banche e terzi con un tempo di restituzione inferiore ai 12 mesi. Immaginiamo un fido di cassa, il quale a rotazione viene usato per pagare i fornitori nell’attesa degli incassi. In questo caso il periodo di esposizione è a breve termine, in quanto incamerati gli incassi il conto tornerà in bonis e con esso, il fido disponibile nella sua totalità. I prodotti finanziari a breve temine sono: il fido, l’anticipo assegni, l’anticipo fatture, l’anticipo Ri.Ba ecc..
  • DEBITI BANCARI E A MEDIO LUNGO TERMINE (M/L): sono tutti i debiti contratti con banche e terzi finanziatori con la durata superiore ad un anno. Tra essi vi è ancora una distinzione ossia i debiti restituibili nel medio termine, come per esempio i finanziamenti non garantiti e quelli a lungo termine come i mutui ed i leasing immobiliari.

Quando si redige il business plan e il piano finanziario, è importante distinguere le risorse da acquisire con le esigenze. In linea generale la regola è:

Per l’acquisizione di risorse a breve termine è opportuno operare finanziamenti o linee di cassa restituibili nel breve termine.

Viceversa per l’acquisizione di risorse quali immobilizzazioni, le risorse finanziarie dovranno presumibilmente ricoprire l’arco di ammortamento dei beni stessi.

Facciamo un esempio: il nostro gelataio deve acquisire

  • Macchinari per un valore di € 35.000
  • Affitto del locale per € 2.500 di caparra e primo mese di affitto
  • Un dipendente a tempo pieno per 1.100 € al mese + tasse

La scelta di finanziamento più logica da operare è la seguente:

ACQUISIZIONIRISORSE
Macchinari valore di € 35.000Finanziamento a m/l termine per € 35.000 da restituirsi in 5 anni
Cauzione locali 2.500 €FIDO di cassa per € 5000
Dipendente 1.100 € + 700 € di tasseFIDO di cassa per € 5000

Come si evince dalla tabella, l’acquisizione degli strumenti necessari, si proietta sull’acquisizione delle risorse.

Infatti andando ad analizzare in modo capillare:

  • Il finanziamento viene usato per coprire i macchinari, i quali hanno un tempo di obsolescenza di almeno 5 anni.
  • Il FIDO viene invece utilizzato per coprire le prime necessità, il quale sicuramente sarà riappianato non appena la gelateria inizierà ad incamerare i primi incassi.

STRESS TEST

Lo stress test, è un modo per verificare fino a che grado di prudenza regge il progetto riportato nel business plan.

Il principio contabile della prudenza, è infatti, uno dei metodi che un buon consulente deve adottare, in quanto tutti sappiamo bene che non va mai tutto come deve andare.

Per il principio della prudenza, dei determinati conti, devono essere prudenzialmente ridotti ed altri aumentati.

Ad esempio in un contesto prudenziale i ricavi vanno diminuiti e vanno aumentato i costi. Questo metodo, mette alla prova la tenuta dell’impianto realizzato nel business plan, come quando si fa un test antisismico su un palazzo.

Lo stress test, è il test antisismico del Business Plan.

Quando si stressa un determinato impianto contabile si adottano tre gradi:

  • Stress al 5%: si diminuiscono i ricavi e si aumentano i costi del 5%
  • Stress al 10%: si diminuiscono i ricavi e si aumentano i costi del 10%
  • Stress al 15%: si diminuiscono i ricavi e si aumentano i costi del 15%

Se il piano regge a tutte le sollecitazioni applicate, vuol dire che è un potenziale business molto solido e redditizio.

UN ESEMPIO DEI NOSTRI BUSINESS PLAN

Business Plan 3
CLICCA SULL’IMMAGINE PER VEDERE IL MODELLO IN PDF

MI PRESENTO

Studio Tributario Gallarato
Studio Tributario Gallarato

Sono Gallarato Gianmaria, Tributarista abilitato e certificato.

Ho Studiato Ragioneria ed ho frequentato la Facoltà di Economia. Mi occupo di contabilità dal 2012. Ho lavorato con numerosi Studi e aziende fino ad aprirmi il mio Studio nel 2015.

Da allora contiamo più di 200 clienti attivi e numerose collaborazioni con altri studi e CAF. Scrivo attivamente su Blog e Forum Fiscali. Ho scritto delle pubblicazioni ed e-book quali “Guida al Regime Forfettario”

Mi sono specializzato nella gestione della contabilità e il disbrigo di pratiche amministrative (apertura p.iva, CCIAA, INPS, SUAP ecc). Ad oggi il mio team gestisce circa 40 società di cui almeno 30 SRL ed SRLS e molte ditte individuali nel regime dei minimi e regime forfettario.

Grazie ai miei studi ed esperienza sul campo mi sono cimentato nella realizzazione di piani finanziari e Business Plan.

Inizialmente erano scarni e poveri di contenuti,ma studiando e imparando dai migliori ho iniziato a realizzare i miei primi Business Plan professionali i quali sono serviti ai miei clienti per realizzare i loro investimenti e progetti.

I NUMERI DEL 2018

40 business plan realizzati

25 progetti imprenditoriali portati a termine

Erogazione totale di circa 950.000 € suddivisi sui vari clienti

ALCUNE TESTIMONIANZE

Business Plan ben fatti!

Mauro N., broker finanziario operante su Milano

Quando un mio cliente ha bisogno di un Business Plan faccio sempre riferimento a Gallarato. Mi sono sempre trovato molto bene e i risultati sono impeccabili. E’ sempre molto gentile e disponibile a fare degli accorgimenti. Grazie per la nostra collaborazione!

Ottimo servizio

Laura U., operatrice finanziaria e Business Angel, operante su Torino

Con il Dott. Gallarato mi trovo sempre bene. Quando ho bisogno di un business plan in pochi giorni ce l’ho. Ci pensa lui al cliente, ponendogli tutta la consulenza del caso.

Grazie!

Steven M., 34 anni, imprenditore proprietario Pizzeria a Milano

Per realizzare il mio progetto imprenditoriale mi sono affidato allo Studi Gallarato. Il ragioniere mi ha preparato il Business Plan e io lo portato in banca il quale è subito stato preso in visione dai funzionari che sono rimasti stupiti per la precisione e l’accuratezza dei testi e delle informazioni contenute in esso. Per quello che posso dire, dalla mia esperienza, se non avessi avuto un buon business plan ora non mi troverei a gestire una delle pizzerie al taglio con maggiore successo nel Milanese. Grazie di tutto!

Contattaci la consulenza è gratuita!

Summary
Come fare un business plan efficace
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Come fare un business plan efficace
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Il business plan è un documento analitico composto da una parte numerica e una parte descrittiva, dove vengono esposte le ragioni per cui un determinato progetto imprenditoriale deve funzionare. Il business plan è utile in molti casi, in particolare per acquisire nuovi potenziali partner commerciali e investitori terzi.
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