Aprire la partita iva come tatuatore

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Aprire la partita iva come tatuatore

Qualcuno direbbe “la bellezza va oltre la pelle. Un tatuaggio arriva direttamente all’osso“.

Il tatuaggio è una forma d’arte molto particolare. Gli storici ritengono che è addirittura più antica dell’Homo Sapiens.

La prova che i tatuaggi erano in uso nell’antichità ce l’ha data una mummia trovata in un ghiacciaio disciolto nelle Alpi al confine tra Italia e Austria, risalente al 3000 a.c. . Diverse pitture rupestri risalenti al 10.000 a.c. , rappresentano uomini ricoperti di simboli.

Nella cultura odierna, il tatuaggio è un segno contraddistintivo delle nuove generazioni. Sono pochi quelli senza un tatuaggio.

Proprio grazie a questo fattore, il mercato è molto cresciuto e molti si sono dati a questa professione.

Per diventare tatuatore, la passione non è però sufficiente: servono infatti degli attestati e dei riconoscimenti rilasciati da enti quali le Regioni.

Inoltre aprire un proprio studio comporta seguire una serie di normative sanitarie sia nel progetto dello Studio e sopratutto nella quotidianità della professione.

Tuttavia è un mestiere molto redditizio, in quanto, a parte i costi delle strumentazioni iniziali, il valore aggiunto (Ricavo-costo merce) è molto buono.

Requisiti

Come abbiamo accennato poco fa, lavorare come tatuatore (indipendentemente dallo svolgere l’attività in forma individuale o come dipendente), comporta il conseguimento di una serie di requisiti soggettivi fondamentali:

Per quanto riguarda invece l’idoneità della strumentazione e delle procedure, viene dettato dalla Circolare 05.02.1998 n.2.9/156:

Circolare_Ministero_salute_Tatuaggio-piercing

Per i requisiti dei locali ogni Regione ha la sua circolare di riferimento. In genere i punti fondamentali sono:

ECC.

Un modo per capire meglio quali requisiti rispettare, è presentarsi all’ASL territorialmente competente e chiedere una consulenza a riguardo. L’azienda sanitaria potrebbe anche predisporre il pagamento di un ticket.

E’ inoltre presente l’associazione Tatuatori, che tra le altre cose ha spinto il Ministero della Salute al rilascio della circolare sopra riportata.

Aprire la partita iva

Una volta acquisiti i requisiti fondamentali (soggettivi) per svolgere la professione del tatuatore bisogna scegliere che percorso seguire:

Per l’apertura dello Studio e l’affitto di poltrona, è necessario l’apertura della partita iva.

Aprire la partita iva è gratuito, ma è solo il primo step. Si può fare compilando il modulo messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, il modello AA9/12.

AA9_12mod

Il modello va compilato in ogni sua parte e va inserito il codice attività o codice ATECO. Per il tatuatore il codice ATECO più adatto è il 96.09.02 (attività di tatuaggio e piercing).

Dopo aver aperto la partita iva, vanno eseguiti entro 30 giorni una serie di adempimenti, quali:

Tutte queste operazioni sono molto delicate: per questo consigliamo che vengano seguite passo passo con un professionista esperto.

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Contabilità e Regime Fiscale

Il tatuatore con la partita iva, che svolge la professione individualmente. Si può scegliere tra la contabilità semplificata o il regime forfettario.

Tra i due è decisamente più conveniente il regime forfettario.

Il regime forfettario, rispetto alla regime semplificato ha le seguenti caratteristiche:

Il regime forfettario ha un limite di fatturato annuo di € 65.000.

Come abbiamo detto prima, non potendosi dedurre i costi dai ricavi, le imposte vengono calcolate su un coefficiente di redditività percentuale che varia a seconda del codice ATECO.

Per il tatuatore il coefficiente di redditività e del 67%.

L’unica spesa che si può ulteriormente dedurre dal coefficiente di redditività sono i contributi fissi e percentuali, sui quali c’è una riduzione del 35%.

Facciamo un esempio pratico: poniamo il caso di un tatuatore che si abilità alla professione e apre la partita iva nel 2019. Nello stesso anno realizza un fatturato di € 24.000. Come previsto paga i contributi fissi per € 2.400 sempre nel 2019.

La prima cosa da fare è calcolare il coefficiente di redditività relativo all’attività svolta, ossia il 67% di 24.000 €. Sul risultato di 16.070 €, al fine del calcolo dell’imposta del 5%, dobbiamo ancora decurtare i 2.400 € di contributi pagati nel 2019. Sulla base imponibile finale di € 13.680 € calcoliamo il 5% di imposta che ci da il risultato di € 684.

Per il calcolo dei contributi extra-soglia, dobbiamo tenere in considerazione la prima base imponibile di € 16.070 sulla quale differenza rispetto alla soglia di € 15.710 dobbiamo calcolare il 24% (il tatuatore ha più di 21 anni).

CALCOLO: (16.070-15.710)x24% = 86,40 €

Non finisce qui: al risultato dobbiamo decurtare la riduzione forfettaria del 35%, la quale ci da un risultato finale di € 64, i quali dovranno essere versati insieme alle tasse. Gli stessi concorreranno a formare la base imponibile al fine del calcolo delle imposte nell’anno venturo.

Vuoi sapere di più sul regime forfettario?

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Aprire la partita iva come tatuatore
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Per diventare tatuatore, per prima cosa vanno acquisite le necessarie competenze tramite dei corsi promossi dalla Regione. Dopodiché si apre la partita iva. Aderendo al regime forfettario si paga il 5% di tasse per 5 anni e si ha uno sconto del 35% sui contributi.
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